Djokovic tra tennis, cibo e beneficenza: “Apro un ristorante per i poveri”

Di Alessandro Perrone

“Signori si nasce, e lui modestamente, lo nacque”, voglio iniziare questo articolo con questa frase famosa del grande Toto’, riferendola a uno dei giocatori simbolo dell’ultimo decennio del mondo tennistico, il servo Nole.

Quale potra’ mai essere il nesso tra un tennista, il cibo, e la beneficenza?

Di nole  tennista sappiamo tutto, i suoi record (223 settimane al numero 1 del ranking di cui 122 consecutive, vincitore di 12 tornei dello Slam su 21 finali conquistate, 30 tornei master 1000 vinti, il primo tennista  nella storia a guadagnare più di 20 milioni di dollari di montepremi in una sola stagione, tanto per citarne alcuni), le sue vittorie (epici gli incontri con Nadal e Federer con cui ha iniziato una delle rivalità piu’ entusiasmanti della storia del tennis), le sue sconfitte.

Di Nole “Ristoratore” sappiamo che e’ proprietario di due ristoranti rinomati per il cibo, ma soprattutto perche’ sono “decorati” con i trofei vinti durante la sua carriera (deve essere bello mangiare vicino alla coppa di wimbledon, o la insalatiera di Davis): il primo a Belgrado (“Novak”) aperto nel 2009 e quello vegano di Montecarlo (“Eqvità”) dell’anno scorso.

 

All’inaugurazione del ristorante a Montecarlo disse :«Grazie alla mia famiglia ho sempre amato il cibo. Ma come atleta significa molto di più, la benzina che determina come gioco, come recupero e come sono concentrato in campo. Attribuisco un grande ruolo alla mia dieta nel mio successo. Il cibo è la mia passione. Tra tutte le cose che ho sperimentato nella mia vita, il cibo è quella mi ha cambiato di più. Il mio desiderio è quello di condividere l’impatto che ha avuto su di me col mondo».

I tennisti sono soliti fare beneficenza attraverso le loro fondazioni (famosa e’ quella di Nadal e di Federer), e grazie alla loro popolarità e visibilità mondiale hanno contribuito allo sviluppo dello sport in tutto il mondo, anche in paesi dove tradizionalmente lo sport professionistico non viene praticato per mancanza di fondi. Costruzione di campi da gioco, regalo di attrezzature, fondi donati a organizzazioni umanitarie direttamente dalle loro fondazioni o attraverso appuntamenti di “incontri/scontri” col ricavato dato in beneficenza. Sono decine gli appuntamenti che questi giocatori si ritagliano nell’arco dell’anno per queste cause benefiche.

Il serbo ha deciso di aprire in Serbia un ristorante gratuito per persone bisognose. Ne ha data conoscenza un paio di giorni fa in una intervista, spiegando cosi’ la sua decisione: “Il denaro non è un problema, ho vinto abbastanza per sfamare tutta la Serbia, e credo che se lo meritino dopo tutto l’appoggio che mi stanno dando”.

E’ stata individuata la location, ma non ancora quando aprirà, o i criteri per dare da mangiare a chi si dovesse presentare, quel che è certo che il ristorante sarà aperto solo di sera, e non chiederà nulla in cambio dai propri clienti.

Gesto nobilissimo da parte del campione di tennis.

Campione nello sport, campione nella vita. Cosa dire di piu’?

Da poco papà per la seconda volta, al lavoro per tornare in campo nella migliore condizione possibile, l’ex numero 1 al mondo si guadagna così le copertina per un gesto di altissimo profilo etico.

Ci sono poveri e indigenti in tutto il mondo, sarebbe bello che anche in Italia, o in qualsiasi parte del mondo,  qualcuno degli sportivi strapagati, magari un calciatore, regalasse alla sua città un’esperienza di questo tipo.

Djokovic sta ripagando l’immenso dono che Dio gli ha dato con azioni reali, a favore degli altri. Scusate se mi ripeto, ma Signori si Nasce!!!

Sognare non costa nulla: alcune scelte meriterebbero di essere contagiose.

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