New York ha ritrovato il suo re: Rafa Nadal, numero 1 del mondo, conquista il suo terzo titolo agli Us-Open, il 16^ Slam della sua sfolgorante carriera, dopo quelli del 2010 e del 2013, battendo 6-3, 6-3, 6-4 il sorprendente sudafricano Kevin Anderson in 2 ore e 27′ di gioco.
In confronto alla finale femminile, qui c’e’ stata partita, con il sudafricano che ha provato a mettere in difficoltà il maiorchino con il suo servizio e i suoi colpi da fondocampo, ma Nadal ha preparato bene la partita, ha letto bene il servizio del sudafricano, e trova soprattutto nelle risposte al servizio la sua arma vincente, infatti si vede palesemente che il suo modo di giocare infastidisce tanto il sudafricano che non riesce mai a impensierirlo quando lo spagnolo è in ricezione.
Battute fortissime (il sudafricano e’ alto piu’ di due metri), ben angolate, ma il maiorchino, messosi tre metri dietro la linea di fondocampo, riesce a respingerle e a fare il punto.
E’ stato un discreto match, combattuto in pochissimi game, ma penso che forse il miglior Roger Federer o il migliore Nole avrebbe potuto impensierire questo giocatore che, dopo i tentennamenti dei primi due turni, ha trovato la condizione e la fiducia, ed e’ diventato inarrestabile. Un vulcano in piena.
Un altro prestigioso trofeo nella collezione dei major del maiorchino, accanto ai 10 di Rolland Garros, 2 di Us Open (che ora diventano 3), 2 di Wimbledon e 1 Australian Open.
16 titoli Slam vinti su 23 finali disputate. Record su record.
L’annata 2017, a livello di Slam, se la sono divisa due trentenni dal talento e carisma ineguagliabili: l’elvetico Federer (Australian Open e Wimbledon) e lo spagnolo (Parigi e Us Open).
Nadal, tornato numero 1 il 21 agosto, consolida la sua leadership nella classifica (piu’ di 1700 punti di vantaggio nei confronti di Roger Federer). E’ uno dei celebri Fab Four e come rappresentante della “categoria” si aggiudica lo Slam n° 45 degli ultimi 50 disputati. Copione già visto in passato: nel 2017, due Major a testa, lui e Federer.
Ripercorriamo il cammino di Nadal nel torneo. Al primo turno vince contro il serbo Dušan Lajović per 7-66, 6-2, 6-2, al secondo turno batte in quattro set il giapponese Tarō Daniel per 4-6, 6-3, 6-2, 6-2 e al terzo turno vince sempre in quattro set contro l’argentino Leonardo Mayer per 63-7, 6-3, 6-1, 6-4. Al quarto turno Nadal firma la vittoria numero 50 nello Slam newyorkese battendo in tre set l’ucraino Dolgopolov per 6-2, 6-4, 6-1, raggiungendo così i quarti di finale. Approda in semifinale sconfiggendo nettamente il giovane russo Andrey Rublev col risultato di 6-1, 6-2, 6-2. In semifinale batte l’argentino Juan Martin Del Potro per 4-6, 6-0, 6-3, 6-2 e approda dopo 4 anni alla finale dello US Open, la 23sima finale Slam in carriera. Sconfigge in finale la sorpresa del torneo Kevin Anderson per 6-3, 6-3, 6-4 e torna a vincere il trofeo per la terza volta, il primo sul cemento dal 2014, ma soprattutto vince il 16simo Slam in carriera e il secondo nella stessa stagione, impresa ripetuta nel 2008 e nel 2013, confermando di essere in una delle migliori annate della carriera. (fonte: Nadal Wikipedia)
Risultato della giornata
R. Nadal (1) b K. Anderson 6-3, 6-3, 6-4
Giusto epilogo di un torneo che mi è parso più noioso del solito e che ritengo in genere il meno divertente degli altri slam. Poi la poca sportività di Murray ha contribuito non poco. La noia ha avuto nel torneo un solo rivale Delpo.
Hai proprio ragione. Bel torneo, affascinante come sempre, ma falsato dal ritiro di Murray dopo che avevano fatto i tabelloni. Troppo squilibrio tra la parte alta e quella bassa del tabellone. Nadal ha sofferto i primi due turni, ma poi ha trovato confidenza con il campo. E quando si e’ trattato di giocare con Del Potro era gia’ carico e confidente con il terreno. Nella parte bassa non ci sono stati giocatori che hanno prevalso sugli altri, le nuove leve non hanno brillato, anzi sono arrivate all’appuntamento privi di energia. Stiamo parlando del torneo maschile, ma io parlo anche del torneo femminile. Non ha dato “adrenalina” a noi fans. Speriamo per l’anno prossimo