di Alessandro Perrone e Pino Sforza
Un libro della collana di Rodolfo Lisi incui vengono spiegati gli infortuno nella parte inferiore del corpo dell’atleta.
Oltre ad esaustive informazioni riguardanti i fattori concomitanti, quali la calzatura e le superfici di gioco, si affrontano le prime tre patologie — scorbutiche e spesso recalcitranti alla guarigione — che affliggono tanto il novizio (in ragione soprattutto di un errato gesto tecnico) quanto il giocatore di ben altro lignaggio (a causa prevalentemente di considerevoli e reiterati carichi di lavoro).
Gli arti inferiori sono decisamente delle articolazioni più a rischio nel tennista con una percentuale di coinvolgimento che in alcune casistiche può toccare 70%, seguiti poi dagli arti superiori, mi riferisco in modo particolare alla spalla che può essere coinvolta fino a un 50% da infortuni seri e in ultima analisi poi considereremo o gli infortuni il rachide.
Le lesioni in questi casi da considerare sono lesioni di tipo muscolari, nella versione flogistico-infiammatoria, e di quella distorsiva.
Se vogliamo considerare un una delle tecnopatie da tennis più frequente negli atleti, partirei senza dubbio dagli infortuni all’anca.
Nel tennis questo tipo di infortunio è estremamente frequente e molto importante per le forze di rotazione con cui gli atleti colpisco la palla torcendo il busto molto spesso, purtroppo anche in situazioni di Open stance senza rotazione consensuale degli arti e delle anche stesse: coinvolgono la rotazione dell’anca o la mancata rotazione della medesima dai terreni dalle superfici di gioco sempre più dure e coinvolgono naturalmente entrambe le anche.
Consideriamo che quando un tennista colpisce la palla l’anca è sottoposta ad una forza 5-6 volte superiore il peso corporeo durante questa attività: pensiamo a questo tipo di infortunio che ha coinvolto campioni mai dimenticati costringendoli alla sospensione della loro brillante carriera come kuerten e a interventi chirurgici che come quelli che ha dovuto sopportare Andy Murray, che però con un coraggio leonino continua ancora a calcare i palcoscenici più prestigiosi del mondo.
Ore parliamo della distorsione della caviglia. La caviglia è un po’ alla base il basamento della nostra della nostra catena cinetica Osteo tendineo e costituisce e costituisce la base, l’appoggio del nostro corpo.
Ecco perché nella preparazione atletica del tennista la possibilità e la ricerca ossessiva nel controllo atletico degli appoggi, è molto importante: per rinforzare tutto ciò che coinvolge la caviglia che altrimenti se non ben allenata dal punto di vista atletica atletico potrebbe coinvolgere l’atleta in notevoli infortuni come per esempio la distorsione della caviglia.
Sinossi del Libro
Il tennista è potenzialmente esposto a instabilità e danni funzionali che, nel tempo, possono favorire l’instaurarsi di alcune peculiari patologie acute, sub–acute e croniche.
Tali patologie assumono quadri nosologici differenti in ragione di numerosi parametri in rapporto all’abilità tecnica, alle variabili dinamiche e cinematiche, fino all’intensità dei carichi esterni agenti sul sistema muscolo–scheletrico e alla morfologia personale. Lo studio prende in considerazione l’eventuale correlazione tra il gesto tennis–specifico e l’insorgenza delle più comuni patologie degli arti inferiori.
Nel volume, oltre ad esaustive informazioni riguardanti i fattori concomitanti, quali la calzatura e le superfici di gioco, si affrontano le prime tre patologie — scorbutiche e spesso recalcitranti alla guarigione — che affliggono tanto il novizio (in ragione soprattutto di un errato gesto tecnico) quanto il giocatore di ben altro lignaggio (a causa prevalentemente di considerevoli e reiterati carichi di lavoro).
L’analisi, inoltre, si sofferma sulle relative modalità di trattamento con particolare attenzione alla prevenzione di eventuali recidive e all’interiorizzazione di giovevoli posture nonché di particolari automatismi. Il tutto è corredato di immagini e tabelle esplicative.
Chi e’ Rodolfo Lisi?
Autore di quattordici libri (di cui tredici sul tennis), Lisi è considerato uno dei maggiori esperti italiani nell’ampia tipologia delle lesioni legata alla pratica dello sport delle racchette (cliccando sul “bottone” in basso potrete scaricare il curriculum vitae et studiorum completo – in continuo aggiornamento).
Dopo il Diploma Isef, la Laurea in Scienze Motorie e la Laurea Specialistica in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattative, Rodolfo Lisi (Minturno, 1975) si è perfezionato in Posturologia e in Cultura Sportiva. Membro del comitato editoriale della rivista “International Journal of Racket Sport Sciences (IJRSS)“. Membro del comitato scientifico della collana “Malattie dell’apparato locomotore” (Aracne Editrice) e della collana “Resm – Ricerche educative e scienze motorie (TAB Edizioni). Membro tecnico di A.Na.M. (Associazione Nazionale Massoterapisti, idroterapisti e operatori sportivi). Miglior divulgatore delle Scienze Motorie (2019). Due Premi alla Carriera (2023). Premio “Autore-Mr. Hyde Awards” (2023); Premio Nazionale Santoro Vincenza (miglior saggio – 2023).
Questa e’ la terza delle tre recensioni dei libri di Rodolfo Lisi
L’opera puo’ essere acquistata dai migliori store “reali” o digitali tra cui Mondadori, Amazon, IBS e altri store.