di Alessandro Perrone
La copertina del libro
Panatta e Azzolini raccontano l’età d’oro del tennis italiano attraverso i risultati di Matteo Berrettini e Jannik Sinner, i due giovani talenti italiani del nuovo millennio.
I due autori non hanno bisogno di presentazione: uno e’ il giocatore simbolo del tennis italiano (non me ne vogliano gli altri campioni tricolore), vincitore di Roma, Parigi e altri tornei importanti negli anni 80, l’altro un giornalista che mastica tennis da molti anni, direttore di 2 riviste di tennis, autore di libri dedicati a questo meraviglioso sport.
L’ex campione azzurro parte da una profonda analisi e descrive le differenze tra il tennis old style – caratterizzato da colpi di classe e tecnica pura – e quello moderno – che tende spesso ad avvantaggiare gli atleti dotati di fisicità e potenza. Panatta e Azzolini si sono focalizzati sui percorsi che hanno portato Matteo Berrettini e Jannik Sinner ad affermarsi nel mondo dei “grandi” .
Per entrambi i protagonisti hanno scovato storie e curiosità sulla loro vita, personale e sportiva.
Scoprire le origini e la storia dei due protagonisti del tennis italiano fornisce agli appassionati una visione più approfondita delle qualità0 e delle peculiarità che un atleta ha bisogno di affinare per puntare in alto.
Gli autori si sono serviti delle dichiarazioni delle persone che hanno fatto parte di questo continuo percorso di crescita e ricerca.
Da menzionare, nell’intermezzo di alcuni capitoli, i divertenti e significativi aneddoti raccontati da Panatta ricordando alcune fasi della sua strepitosa carriera.
20 capitoli da leggere, tra storie personali (con i componenti del dream team degli anni 70), racconti e aneddoti di vita dei due tennisti della nuova generazione raccontati da chi li ha vissuti con loro, come sono nati, i loro colpi, e soprattutto alcuni dei più importanti ”match raccontati in diretta” da Adriano Panatta.
Panatta, in uno dei suoi 20 capitoli di cui il suo libro e’ composto (il 17esimo ”Cosa dicono di loro”) fa una descrizione molto interessnte dei due campioni: ”I due sono talmente opposti per carattere, gioco, comunicativa, che potrebbero facilmente completare il cerchio e diventare amici nel senso più autentico del termine. Uno brasiliano a metà (la nonna e la mamma), l’altro cento per cento Val Fiscalina, Dolomiti. Un classico. Mare e Monti. Come un piatto di linguine, 250 grammi di misto scogli (gamberi, moscardini, cozze e vongole), e 250 grammi di funghi porcini freschi. Se volete ve li preparo”.
Il romano ha aggiunto al suo palmares sette titoli, ottenendo due successi consecutivi al Queen’s, raggiunto i quarti di finale al Roland Garros nel 2021, le semifinali agli US Open e agli Australian Open rispettivamente nel 2019 e nel 2022, e giocato una storica finale a Wimbledon contro Novak Djokovic. Nessun italiano era mai arrivato a contendersi il titolo dei Championships sui prati dell’All England Club.
L’Alto Atesino ha conquistato sei titoli ATP (tra cui spiccano Croatia Open, Sofia Open, Washington Open) su sette finali disputate (l’unica finale persa e anche la più importante, il Master 1000 di Miami nel 2021). E ́ il più giovane tennista italiano ad aver vinto un torneo ATP, nonchè l’unico italiano ad essersene aggiudicati quattro nella stessa stagione.
Da menzionare i divertenti e significativi aneddoti raccontati da Panatta ricordando alcune fasi della sua strepitosa carriera.
Nei capitoli finali del libro, Panatta ha assegnato in un capitolo un voto a tutti i colpi fondamentali che caratterizzano i due giocatori costruendo una sorta di classifica personale. Nella votazione rientrano, oltre a Berrettini e Sinner, anche Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego.
Ma forse, almeno secondo me, la parte piu’ interessante ed intellettualmente bella da leggere, è l’ultimo capitolo, in cui cerca di comparare i due periodi d’oro del tennis italiano, quello tra il 1970-1981 e quello dei nostri giorni, 2011 e 2022, con statistiche che spaziano dalle vittorie siglate dai tennisti italiani contro top 10, dai risultati ottenuti nei tornei del Grande Slam e nei Masters 1000, ai best ranking e ai record più memorabili.
Da una attenta lettura dei numeri (che non mentono mai), emerge che, come dice Panatta ”anche noi sapevamo giocare a tennis”.
I paragoni, a livello tecnico/fisico/mentale non sarebbero giusti, dato che il mondo del tennis è cambiato tanto da allora, dalle superfici alle attrezzature, ma anche alla medicina e alla gestione fisica dell’atleta.
Vorrei finire questa recensione con una domanda che e’ stata fatta ad Adriano Panatta ”Berrettini e Sinner valgono uno SLAM?”, ”Sì Entrambi, lo dicono i risultati, e io ne sono convinto” – ha risposto il campione Davis.
Libro da comprare assolutamente, e che deve fare parte della biblioteca di chiunque ami questo straordinario sport.
“Niente è impossibile. Berrettini e Sinner: la nuova Età dell’Oro del tennis italiano”, pubblicato dalla casa editrice Sperling & Kupfer, è disponibile nelle librerie e negli store digitali dal 18 ottobre 2022.
LA SINOSSI DEL LIBRO: Cinquant’anni dopo la prima Età dell’Oro del tennis italiano, quella dei ”ragazzi di Formia” vincitori della Coppa Davis, se ne è ufficialmente aperta una seconda, quella di Berrettini e Sinner, che sta prendendo forma sotto i nostri occhi. Oggi come allora, si va ai tornei convinti che un italiano possa vincere. Adriano Panatta ”scannerizza”, racconta, confronta i due giovani talenti – con tanto di pagelle – e si chiede: ”Chi ha mai giocato in Italia un tennis alla Berrettini? Nessuno, che io ricordi. E lo stesso vale per Sinner. Sono figli di un altro tennis. Berrettini mette in campo il glamour di un tennis che levita fra le più seducenti contraddizioni. C’è il brivido di velocità ipersoniche, che riducono tutto all’essenziale, e colpi che somigliano a fuochi d’artificio. Game che durano meno di quanto occorra a pronunciare il nome di chi sia alla battuta. E palline che viaggiano come in un toboga. Impazzite. Letali. Sinner è prensile, trasformista, agile nei pensieri e pronto a cambiare direzione quand’ è il caso. Uno che sul campo non smette mai di stupire. Ha un rovescio che ammalia per le direzioni che prende, un dritto pesante quando riesce a salirci sopra con tutto il peso, e un ritmo negli scambi che fa venire il mal di testa agli avversari. Matteo e Jannik con i colpi a loro disposizione fanno male a chiunque. . . Dite che è cambiato il nostro tennis? Eccome se è cambiato.”