3 domande a … Pino Sforza

di Alessandro Perrone

Dr. Giuseppe Sforza, di professione Cardiologo, e’ soprattutto un  appassionato di tennis come pochi ne ho conosciuti. Un attento osservatore del tennis professionistico e “dilettantistico”.

SE DOVESSI SINTETIZZARE IL TERMINE “TENNIS”COME LO DEFINIRESTI?

Niente è più affascinante di andare alle radici di un qualcosa che  si ama profondamente e pertanto , se dovessi pescare nelle mie reminiscenze per definire in pochi tratti il termine “tennis”, sarei costretto necessariamente a valicare le Alpi, spostandomi in Francia.

Pare che questo gioco affondi le sue radici in ERA LONGOBARDA, nel XIII Secolo, dove, in quella che in seguito sarebbe diventata l’Italia, si praticava un’attività ludica chiamata PALLACORDA. Il gioco consisteva nel porre una corda sottesa fra due pali o muri e nel  dividere una superfice , vagamente rettangolare in due parti approssimativamente uguali. Successivamente uno o due giocatori per campo , lanciavano una palla nel campo avversario, facendo superare la corda stessa, con un gesto compiuto esclusivamente con le mani, mentre solo in un secondo momento si passò all’uso di una rudimentale racchetta per indirizzare la pallina nella metà campo avversaria.

Ma, come accennato in precedenza, anche i FRANCESI praticavano uno Sport simile alla PALLACORDA, sport che denominavano “JEU DE PAUME”.  E fu proprio durante un incontro di “jeu de paume “, che si svolgeva nella Firenze delle Signorie, nel 1300, che venne sentito pronunciare da alcuni cavalieri francesi la parola “TENEZ!”, indirizzata al momento della rimessa in gioco della pallina indirizzata verso il campo degli avversari . Studi specializzati del settore fanno quindi risalire il termine TENNIS a questa esclamazione che, quasi in obbedienza ad un gesto cavalleresco, avvertiva l’avversario che stava per avere inizio il gioco.

E, per ultimo , nei miei ricordi di bambino ( era già trascorsa l’era delle Signorie , checchè se ne possa pensare !) , è ancora vivo il ricordo in me di quanto accadeva nel Tennis Club della mia città d’origine ( un ‘unico campo in terra rossa all’interno della Villa Comunale ) : ricordo molto bene dei gentiluomini, di bianco vestiti che, prima di effettuare il servizio, esclamavano all’avversario la parola “PALLA”, nell’avvertire che il gioco stava per iniziare ( quanta differenza di fair play se penso ad alcuni , non molti per fortuna, giovanotti che frequentano il circuito professionistico, procedere ad una servizio dal basso , a mio avviso un po’ “furfantesco”, nel tentativo di sorprendere l’avversario che riceve !!!) .

La successiva evoluzione nel tempo ci porta fino alla fatidica data del 23 Febbraio del 1874, quando un maggiore inglese, Walter Clopton Wingfield, brevettò alla Camera dei Mestieri di Londra l’invenzione di un nuovo gioco, consistente in un campo stesso , a forma di clessidra, con una rete posizionata in mezzo, di altezza di 142 cm.

La superficie su cui si praticava questo gioco era un prato ( lawn in inglese ), da cui il nome originario di LAWN TENNIS, cioè TENNIS su prato. Ne scaturì che una delle superfici più adoperate per quello che sarebbe diventato da lì a breve uno sport molto affascinante ancorchè elitario, fu appunto il manto erboso, che tuttora resta nell’immaginario popolare l’icona più rappresentativa di questo sport nella sede londinese di West Church , nel sobborgo di Wimbledon. In seguito vi fu un lungo periodo in cui 3 tornei su 4 del GRANDE SLAM si disputarono su superficie erbosa, dai campi newyorchesi di Forrest Hills ai tornei disputati in Australia, in varie città del continente oceanico ed addirittura per un breve periodo anche in Nuova Zelanda.

Se infine dovessi descrivere ciò che mi suscita istintivamente il termine “tennis”, nella mia mente si configura un incontro-scontro di stampo gladiatorio ( dove il “gladius”, la spada, è la racchetta ) , dove due atleti danno luogo ad una prestazione ad elevato contenuto tecnico-agonistico con un unico vincitore finale.

Nel Tennis si gioca da soli, si vince e si perde da soli, un errore commesso costa irrimediabilmente un “15”non essendoci nessuno che possa porre rimedio ad un nostro momento di difficoltà . Immagino un match di tennis come un continuo esame di matematica, laddove chi è in campo deve necessariamente essere in grado di trovare la soluzione migliore ad ogni problema che l’avversario propone.

 

DA BUON ESTIMATORE DEL BEL GIOCO , TI PIACE IL TENNIS DI OGGI?SE DOVESSI FARE UN’ANALISI TRA IL MODO DI GIOCARE DEGLI ANNI 80 E QUELLO DI OGGI, COSA POTRESTI DIRE?

 Mi verrebbe da rispondere……hai per caso una domanda di riserva?

Credo che una legge universale , valida per ogni sport , impedisca i paragoni fra  sportivi di epoche diverse, per tutta una serie di motivazioni legate a fattori multipli. Sarebbe impossibile paragonare  lo sprinter  e “lunghista “Jessie Owens ad Usain Bolt, così come è praticamente impossibile paragonare il Tennis degli Anni 80-90, forse la decade più prolifica di campioni, tutti contemporaneamente presenti nel circuito in quegli anni, con il tennis dei nostri giorni.

Il tennis degli Anni 80/90 , come appena detto è stato un segmento magico per il nostro sport, dove si sono succeduti campioni che hanno caratterizzato un ventennio irripetibile sotto l’aspetto tecnico e di differenza di stili : basti pensare che giocatori come Ivan Lendl, notoriamente un martello fondocampista ,  erano affiancati ad interpreti con stili differenti ( sto pensando a John “The Genius” Mc Enroe, a  Boris Becker ed a Stefan Edberg ) e prettamente portati alla rapida conquista della rete e dotati di un servizio da cui ottenevano un notevole vantaggio in termini di punti conquistati. Ciascuno di questi giocatori, relativamente alla loro epoca di appartenenza , e con le loro caratteristiche, ha saputo affascinare con un contrapposto stile di gioco e divertire le platee portando qualcosa di nuovo.

Come dimenticare le epiche sfide fra esponenti di stili differenti come Agassi ( tipico attaccante da fondocampo, forse il primo vero prosecutore di questo stile iniziato negli Anni 70 da Jimmy Connors  ma reso “arma letale” nelle mani del “kid” di Las Vegas ) e Pete “Pistol” Sampras espressione di un serve and volley talora perfino esasperato.

E poi fu la luce……con la comparsa di un ragazzino svizzero , dal look all’inizio non proprio raffinato che adoperava però la racchetta come Raffaello Sanzio adoperava il pennello! Roger Federer…..lui per un ventennio ha disegnato arte, ha creato un tennis fino ad allora sconosciuto, roteando la racchetta come un goniometro, disegnando traiettorie che hanno sfidato le leggi della Fisica. Credo che si siano spesi tutti gli aggettivi per descrivere l’arte di Roger Federer che ha creato qualcosa di forse irripetibile nella storia del Tennis e questo non per le sue vittorie in termini di Slam, laddove è stato superato da altri fenomeni della sua epoca altrettanto straordinari , ma per altre caratteristiche,  per il suo modo di essere, di stare in campo, per la sua eleganza e compostezza.

Affiancato in questa carrelata di campioni Roger Federer ha camminato a stretto contatto di altri due immensi fuoriclasse, unici nelle loro caratteristiche, e cioè Rafael Nadal e Novak Djokovic, atleti di immensa  portata tecnica e fisica, capaci di esprimere un Tennis di forza e di tecnica abbinato ad una performance fisica e mentale di enorme valenza. Questo trio , Federer-Nadal-Djokovic , nell’era moderna credo che abbia espresso un qualcosa di irripetibile e di longevità importante per le loro capacità fisico-mentali di resistere allo stress che questo sport comporta e per la loro capacità di produrre un gioco ad elevato tasso di difficoltà e di velocità .Questo per via di una serie di fattori legati ai materiali, alla velocità vieppiù crescenti delle superfici di gioco , per le metodiche scrupolose di allenamento e per l’alimentazione sempre molto attenta e controllata.

In definitiva mi sono molto divertito negli Anni 80/90 , laddove forse era presente numericamente un numero maggiore  di giocatori di livello eccelso , ma ho anche molto apprezzato il Tennis odierno  , anche se molto spesso il solco fra i tre fenomeni sopra citati ed il resto degli “umani “ talora poteva rendere , apparentemente scontato ogni cosa, ma in realtà non è stato  cosi.

E’stato un privilegio ammirare il Tennis di John McEnroe , di Ivan Lendl , di Boris Becker, così come mi sono sentito fortunato ad aver assistito al massimo splendore di interpreti come Roger Federer, unico nel suo genere, di Rafael Nadal e di Novak Djokovic.

 

QUANTO LA TECNOLOGIA ( NUOVE RACCHETTE, NUOVI ATTREZZI E METODOLOGIA DI ALLENAMENTO ) HA CAMBIATO IL TENNIS?

 Premettendo che non sono un esperto in materia e che questa domanda certamente avrebbe una risposta più consona da altri attori specialisti in materia, la mia risposta non può che essere : TANTISSIMO !!!!!

E’ fin troppo facile fare un paragone , in qualsiasi tipo di sport, di come la metodologia di allenamento , l’alimentazione ed i materiali degli attrezzi , nel nostro caso le racchette, siano un fattore determinante . Guardando talora delle manifestazioni sportive in genere,  calcio , atletica leggera o tennis degli ultimi 2-3 decenni , appare molto evidente  come gli atleti corressero meno veloci di quelli dei nostri giorni,  di come il gioco del calcio fosse molto più lento di quello odierno e di come la pallina nel tennis viaggiasse a velocità nettamente inferiore rispetto ad i nostri giorni.

Ma se ci fermiamo ad analizzare quali fossero le metodiche di allenamento di 20-30 anni fa, quando la pratica sportiva si basava molto di più sul talento che Madre Natura regalava agli atleti, di ogni disciplina sportiva, allora capiremmo subito la voragine che divide ogni epoca nello sport. Un attrezzo di legno, nel Tennis,  aveva pesi improponibili  da tollerare rispetto alle racchette odierne, pensate e costruite, come un abito sartoriale “ad personam “per ogni giocatore in base a complessi parametri rilevati e studiati in base alle caratteristiche morfologiche e di accrescimento di ogni atleta. Dietro alla realizzazione di una racchetta c’e’ un paziente e prolungato lavoro di un team di ingeneri dedicati a questo problema, cosa inimmaginabile solo 20-30 anni fa.

La qualità e la tensione  delle corde, la tecnica delle incordature sono elementi fondamentali  curati fino all’esasperazione dai tennisti professionisti di oggi : esistono corde da allenamento , con determinate tensioni e corde per il match ed ogni professionista nel suo team ha uno “stringer” strettamente dedicato alla cura del piatto corde oltre che degli ingegneri che seguono minuziosamente i telai.

La metodologia di allenamento e della prevenzione dagli infortuni è seguita da trainers completamente dedicati al problema ( preparatori atletici e fisioterapisti di altissimo livello ).

Moltissimi tennisti si avvalgono dell’ausilio di un Visual trainer, considerando che si colpisce un oggetto di piccole  dimensioni, la pallina, scagliata a velocità sempre maggiori e quindi il tennista moderno deve essere sempre in grado di valutare , o a volte di intuire addirittura la direzione della pallina.

Infine, ma non certo per importanza, un Team  di un tennista professionista moderno non può prescindere da un ottimo staff medico che ne controlli periodicamente le condizioni fisiche generali attraverso valutazioni medico sportive di elevata specializzazione ( cardiologica, ortopedica ed internistica ) e dalla presenza di un nutrizionista esperto in Medicina dello Sport a livello agonistico che sappia intervenire con sapienza e precisione sui nutrienti da introdurre e sul reintegro dei liquidi corporei che vengono spesi enormemente soprattutto durante i mesi caldi.

In definitiva sono del parere che, considerando la sempre più elevata specializzazione dello sport e del tennis in particolare, la scelta di ottimi materiali, le metodiche di allenamento ed un team multidisciplinare di professionisti di elevata esperienza, che si scambino costantemente informazioni,  sia assolutamente indispensabile per creare e per mantenere le prestazioni di un tennista di alto livello.

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