Il tennis e’ in lutto: e’ morto a 91 anni Nick Bollettieri il coach dei coach

di Alessandro Perrone


Nick Bollettieri e Salvatore Buzzelli in una foto di qualche anno fa

Lutto nel mondo del tennis: è morto all’età di 91 anni, Nicholas James Bollettieri, da tutti chiamato amichevolmente Nick,  che è stato allenatore di alcuni tra i più grandi campioni della racchetta, come Andre Agassi, Boris Becker, Pete Sampras, Monica Seles e le sorelle Serena e Venus Williams.

A metà novembre la figlia Angelique Anne, sui social, aveva scritto: «Papà è prossimo al passaggio a un altro luogo. Vi prego di tenerlo nei vostri pensieri per una partenza serena e un viaggio meraviglioso. Ti vogliamo bene papà». Fra i primi a salutare, via web, Bollettieri è stato il tedesco Tommy Haas: “Grazie per il tuo tempo, conoscenza, impegno, competenza, la disponibilità a condividere le tue capacità, il tuo interesse personale nel farmi da mentore e per avermi dato la migliore opportunità di seguire i miei sogni. Eri un sognatore e uno che si da da fare, e un pioniere nel nostro sport.”.

Di lui si è detto e scritto qualunque cosa. È stato un coach controverso, dai metodi di insegnamento duri e inflessibili che ricordavano da vicino quelli dell’esercito americano, dove aveva servito negli anni ’50 nel corpo dei marines. Il tennis da lui insegnato era basato su grande forza fisica e sullo spirito di emulazione tra i suoi giocatori.

Il suo è stato un concetto innovativo del tennis, basato non soltanto sul talento, ma anche e soprattutto sulla preparazione fisica e mentale. Concetti che, a tanti anni di distanza, rimangono la base per il successo. Ha avuto la capacità di pescare numerosi ragazzi e ragazze pronti a soffrire e a investire molto della loro infanzia per raggiungere la gloria su un campo da tennis. E tanti ce l’hanno fanno. Sotto la sua ala protettrice sono passati 12 numeri uno delle classifiche Atp.

L’ultimo post sul profilo di Instagram di Bollettieri si apre con una frase-manifesto: “La mentalità dei campioni è molto semplice. Non accetto il secondo posto”.

Nel tennis è stato un visionario, nella vita privata un amante fumantino. A Deejay Chiama Italia, ospite nel 2015, aveva scherzato dicendo che lavora “per pagare le sue ex mogli” (otto, con sette figli).

CHI ERA NICK BOLLETTIERI

Figlio di immigrati italiani negli Stati Uniti, Nick Bollettieri nacque nel 1931 a Pelham, Stato di New York. È stato il pioniere dei grandi coach del tennis, senza mai essere un giocatore d’élite. Prima di aprire la sua leggendaria accademia – la Nick Bollettieri Tennis Academy (NBTA) a Bradenton, in Florida, tutt’ora attiva come IMG Academy – Bollettieri aveva lavorato in varie strutture, cominciando la sua carriera anche come direttore delle attività di tennis al Dorado Beach Hotel di Portorico nei primi anni ’70, struttura di proprietà dei Rockefeller.

E’ stato il pioniere dei grandi coach di tennis, ma senza mai aver dominato il rettangolo di gioco.

Il 18 maggio 2008, l’allenatore ha ricevuto una laurea honoris causa dal New York College of Health Professions per il suo impegno nel mondo dello sport, del fitness e del benessere in generale. Ha inoltre collaborato con il giornale Tennis Magazine e scritto la sua autobiografia intitolata My Aces, My Faults.

I 12 NUMERI UNO ALLENATI DA BOLLETTIERI

Nel 1978 il boom Bollettieri, con la fondazione della sua accademia, una struttura che si sviluppa su più di 600 ettari e che oggi conta più di 50 campi da tennis, in veloce e terra battuta. In Florida sono passati alcuni dei più forti giocatori di sempre, con ben 12 numeri uno al mondo: Jim Courier, Andre Agassi, Boris Becker, Pete Sampras, Marcelo Rios, le sorelle Williams, Maria Sharapova, Jennifer Capriati, Monica Seles, Martina Hingis e Jelena Jankovic. Molti anche gli italiani che si hanno avuto il privilegio di essere allenati, per un periodo di tempo,  da lui: da Raffaella Reggi a Sara Errani.

QUELLA PROMESSA AL PADRE

“Diventerò il coach di tennis numero uno del mondo!”, disse al padre. “Nick, ma tu non giochi a tennis…”. “Vero, ma imparerò”. Imparò. Ma soprattutto insegnò. E dunque: laurea, servizio militare e poi, nel 1954 corsi di legge alla University of Miami. Dura pochissimo, perché inizia a a lavorare come aiuto-allenatore alla Wayland academy tennis camp. Per molto, moltissimo tempo guardò e non toccò. E ripensò la preparazione del tennista moderno. Fu il primo a teorizzare la qualità al posto della quantità. Il “poco ma buono”. “Agassi si allenava due ore al giorno, eppure…“, raccontò.

LA MITICA ACCADEMIA A BRADENTON

La IMG Accademy

Nel 1978 ha fondato la sua accademia, la Nick Bollettieri Tennis Academy (NBTA) a Bradenton (Florida) e tutt’ora attiva come IMG Academy. Una struttura che si sviluppa su più di 600 ettari e che oggi conta più di 50 campi da tennis, in cemento e terra battuta.

L’idea del college fu una rottura: “I ragazzi vivranno dentro l’accademia”. Studio e allenamenti. E una dannazione: tutti avrebbero dovuto amare il tennis. L’amore alla base di tutto. Fa un po’ ridere che uno dei suoi prodotti migliori, Agassi, avrebbe vinto tutto odiandolo, quel gioco maledetto. Per amare il gioco, devi vivere con il gioco, ripeteva. Quindi all-in: tennis dalla mattina alla sera, anche di notte se serve. “All’Accademia avete l’opportunità di diventare dei professionisti. Se ci riuscite non vi chiederò soldi, ma permetterò ad altri di fare la vostra stessa esperienza”. Le borse di studio, per allevare vincenti. Nasce il power tennis come industria del successo.

La sua accademia in Florida – e in giro per il mondo – offre lavoro a più di 650 persone. Una vera istituzione che ha perso la sua figura principe.

COME BOLLETTIERI HA CAMBIATO IL TENNIS

Bollettieri non ha solo cambiato la gestione degli atleti, ha modificato il gioco stesso a livello tecnico. Intuirà la direzione muscolare che avrebbe preso il tennis, la potenza, la fisicità, il martellamento degli scambi da fondo. “Il tennis nei prossimi 50 anni sarà sempre più basato sulla velocita e la potenza”. Invertendo anche inconsapevolmente causa ed effetto: sarà così, ma anche per merito suo. Bollettieri “impone” il rovescio a due mani. Lo fa diventare uno standard. “È vero, tanti giocatori hanno un rovescio a una mano bellissimo. Ma alla fine chi vince i grandi tornei? Tutti i rovesci a due mani. Perché? Perché col rovescio a una mano devi essere sempre perfettamente bilanciato, sempre posizionato perfettamente. Altrimenti non ti perdona“. O più che altro avrebbe perdonato solo gli alieni: Sampras, Becker, Edberg, Federer.

Secondo Nick, il talento da solo non basta, il giovane tennista deve rafforzare la mente e il corpo, sono i fondamenti del suo insegnamento. Metodi di allenamento non proprio convenzionali i suoi, ma alla fine il tennis è andato nella direzione che lui aveva previsto: uno sport in cui la potenza fisica è diventata sempre più importante, anche a discapito della classe pura.

Talento, tecnica, preparazione fisica, psicologica. Nulla viene lasciato al caso: sveglia alle 4.45, allenamenti fino alle 11.30 e poi ancora fino alle 17. A fine giornata, il relax consiste in qualche buca di golf.

IL PRIMO MENTAL COACH DELLA STORIA

Inventerà una nuova tipologia di allenamenti per aumentare la resistenza, anche quella mentale. È il primo “mental coach” della storia, senza manco saperlo. Avanti di dieci anni. Bollettieri produrrà numeri uno in serie, una batteria di campioni: Agassi, Becker, Rios, Courier e Sampras, Serena e Venus Williams, Sharapova, Seles e Jankovic, Capriati e Hingis fra le donne.

 

Nick E Agassi, un rapporto speciale

L’altro capitolo iconico della sua carriera ha a che fare con un altro padre un po’ oscuro, Mike Agassi: “Erano le tre di notte quando Mike Agassi mi chiamò: ‘Mister Bollettieri, mio figlio non continuerà ad allenarsi con la federazione americana. L’ho vista in tv al programma 60 Minutes: mi può aiutare?’. Gli offrii il 50% di sconto sulla retta; poi palleggiai due minuti con Andre e gli dissi che non avrebbe pagato un centesimo. Mi vien da sorridere quando ha dichiarato che Andre è rimasto solo un paio di mesi nella mia accademia, quando invece ci ha vissuto nove anni. E anche quando dice che sua figlia Tami non ha mai giocato e invece le regalai una borsa di studio”.

Agassi, arrivò  all’Accademia a 14 anni e se ne andò dopo 9 anni “prosciugato”, come ha raccontato il tennista nella sua famosa autobiografia. Un rapporto difficile quello tra il genio ribelle e il coach che non tollera sgarri, che ha fatto bene ad Agassi, poi impostosi come uno dei più grandi tennisti degli anni ‘90.

Nick Bollettieri era un brand: l’incarnazione del sogno americano. Ha sfornato slogan, ha calamitato visibilità: “Ciò che entra alla Bollettieri Academy, è della Bollettieri Academy”. Era un marchio a fuoco sulle vite degli altri. Il campione sarebbe stato un suo campione. A questo servivano le borse di studio: erano investimenti. Sarà anche molto generoso, e questo eccessivo evergetismo lo avrebbe portato vicino alla bancarotta prima che nel 1987 la International Management Group rilevasse l’accademia lasciandogli il compito di dirigerla.

LE OTTO MOGLI E IL SEGRETO DELLA FELICITÀ

Bollettieri ha sparpagliato vita ovunque. Un godereccio. Le otto mogli – otto – dicono che parlare con lui è un esperienza da provare almeno una volta nella vita: “Quando ti parla, anche se per pochi secondi, ti dà l’impressione che in quel momento tu sia la persona più importante che ci sia al mondo“. Invece era lui, più o meno. E non si negava a nessuno. Era un mito per prossimità. Alla 34esima di ST W, a Bradenton, Florida, bastava bussare al civico numero 34210, e si aprivano le porte.

Un giornalista una volta chiese all’84enne Bollettieri il segreto della sua durevole felicità. Lui dettò una ricetta: “Non tocco alcol. Mangio un po’ di tutto, anche carne e pesce, ma sto attento al pane e alla pasta. Anche se il mio cibo preferito restano peanut butter e jelly (burro di arachidi e gelatine). E poi gioco a golf e faccio surf. Ma alla fine il segreto è un altro… L’atteggiamento. Ci sono persone che si alzano al mattino e pensano potrei fare questo, potrei andare là, poi dicono ma no, chi me lo fa fare, e tornano a casa a dormire. Io a 84 anni mi alzo ogni mattina con un atteggiamento positivo, pieno di voglia di vivere e di vedere e di fare. Un’attitudine positiva rende possibile l’impossibile. A volte basta sorridere, basta mandare impulsi positivi al proprio cervello; è tutto diventa più semplice. E tutto diventa più bello”. (fonte: www.dire.it)

Otto mogli, sette figli, ha scelto puntualmente Capri per i suoi viaggi di nozze. Di Capri era letteralmente innamorato. Durante i suoi viaggi sull’isola faceva tappa fissa sui campi del Tennis Club Capri.

 

Il ricordo di Tommy Haas

Tommy Haas, uno degli allievi di Bollettieri, ha voluto ricordare il suo maestro in questa maniera:

Quanti ricordi, non so da dove cominciare. Nickiiiiii, è così che ti ho chiamato per diverso tempo. Grazie per il tuo tempo, conoscenza, impegno, competenza, la disponibilità a condividere le tue capacità, il tuo interesse personale nel farmi da mentore e per avermi dato la migliore opportunità di seguire i miei sogni. Eri un sognatore, un uomo d’azione e un pioniere nel nostro sport, davvero unico nel suo genere. Mi mancherai sicuramente in academy, mancheranno i nostri discorsi sul tennis, mi mancherà la tua abbronzatura, i denti bianchi e il grasso corporeo, mi mancherà vederti fare Tai Chi, mi mancherà giocare a golf con te guardandoti provare a imbrogliare, mangiare una barretta Snickers e correre per i cespugli e sentire tutto sui tuoi piani anche all’età di 91 anni. Grazie ancora di tutto……..

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