Federer si ritira: viva il re

di Alessandro Perrone e Valentino Villanova

“Ho 41 anni, ho giocato oltre 1500 match in 24 anni” ha dichiarato il campione svizzero in un messaggio affidato ai social. ” Bisogna capire quando arriva il momento di mettere fine alla carriera nelle competizioni. La Laver Cup in programma a Londra sarà il mio ultimo torneo Atp. Giocherò ancora a tennis in futuro, ovviamente, ma non nei tornei del Grande Slam o nel tour. È una decisione agrodolce, perché mi mancherà tutto ciò che il tour mi ha dato. Ma allo stesso tempo c’è tanto da festeggiare”.

Con queste poche, ma intense parole, Roger Federer ha annunciato il suo ritiro definitivo dal tennis professionistico  con un twit alle  le ore 15 del 15 settembre, su Instagram, e scuote il mondo dello sport.

Cosa possiamo dire che non sia già stato detto? Quando uno sportivo del suo calibro appende i ferri del mestiere al chiodo, il problema è che la narrativa è già completa. Se vogliamo ridurci ai freddi numeri possiamo citare 20 Slam (terzo di tutti i tempi), 103 titoli da professionista (secondo di tutti i tempi), 54 grandi titoli (Major, Atp Finals e Masters 1000, terzo di tutti i tempi), 310 settimane in testa al ranking (secondo di tutti i tempi) e 237 consecutive (record assoluto), 6 titoli alle Finals (record assoluto) un oro olimpico nel doppio e un argento olimpico nel singolare, 8 vittorie nel singolare a Wimbledon (record per il tennis maschile).
Questi però sono numeri: la grandezza di Roger Federer sta sì nelle cifre – che sono oggettive e hanno un certo peso specifico – ma anche in altro, in tanto altro.
Ha vinto tanto, avrebbe potuto vincere sicuramente di piu’ (chi non ricorda i due match point contro djokovic nella sul ultima finale a wimbledon), ma e’ stato un punto di riferimento per tutti noi che amiamo questi sport. Un signore in campo e fuori dal campo: il suo tennis elegante ha fatto innamorare milioni di tennisti professionisti e “normali giocatori” come il sottoscritto, che ha avuto il privilegio di vederlo giocare nei toeni SLAM e nei Master 1000 che ha visto in questi anni.
Tanto per dare altri numeri sulla carriera dell’elvetico: tra il 2004 e il 2008 ha giocato 17 finali Slam sulle 20 disponibili, e ne ha vinte 12. Annate memorabili dove si elevava il suo talento, non si riusciva a batterlo se non con prestazioni di SUPER livello (da super Sayan di 4 livello, usando un termine preso dalla serie animata DragonBall).
Il quinquennio in questione lo ha reso immortale, ma ha avuto anche l’effetto di innalzare il movimento. Succede sempre così quando arriva un alieno: bisogna elevarsi per intercettarlo e fermarlo. Senza Federer, insomma, non ci sarebbero stati Rafa Nadal e Novak Djokovic; senza Nadal e Djokovic, probabilmente Federer avrebbe smesso parecchio prima. Invece abbiamo vissuto l’epoca dei Big Three, quelli dei 63 Slam e 177 Big Titles combinati; Roger è quello che ha aperto questo momento d’oro del tennis.
A corredo del ritiro di Federer non possiamo che dire una cosa soltanto: siamo grati per averlo potuto ammirare sui campi di tennis, così a lungo e che ne fossimo tifosi, semplici simpatizzanti o magari anche “onestamente avversi”. Lo ringraziamo per aver reso ancor più meraviglioso questo sport, come i tanti che lo hanno preceduto e come i tanti che lo seguiranno. E, in fondo al cassetto di tutta la storia, non possiamo che notare come Federer, e questo è il suo reale capolavoro, ha messo d’accordo tutti: raramente, nel mondo dello sport, si è visto un coro unanime a favore di un singolo atleta. Forse, probabilmente, la corona l’ha guadagnata per questo.
Caricatura del pianto di Roger Federer alla Laver Cup disegnata da Valentino Villanova
L’epilogo di una carriera fantastica e’ stata la Laver Cup, competizione fortemente voluta da lui per omaggiare Rod Laver, un suo idolo prima, ed amico poi.
Ha voluto esserci a Londra, giocando solo il doppio con il suo amico-rivale Rafa Nadal.
E alla fine e’ scoppiato in lacrime seduto accanto allo spagnolo che non e’ riuscito a trattenere le lacrime: tante partite giocate come rivali, dove in gioco non c’era solo la vittoria.
L’immagine ha fatto il giro del mondo, forse l’immagine simbolo del ritiro di un giocatore che e’ sempre stato un simbolo per il mondo tennistico professionsta e anche “dilettantistico”. Forse non e’ piaciuto a molti, che idolatravano altri giocatori, ma non si  puo ammirare la sua classe, e tutto quello che ha fatto per il tennis moderno.
Potremmo scrivere  una enciclopedia, sul tennista svizzero (e forse qualcuno la scrivera’ un giorno), ma in un mondo del tennis popolato da carneadi che fanno della potenza il loro cavallo di battaglia mancherà il tennista con il rovescio ad una mano di rara eleganza ed efficacia.
Considerazione molto personale: sapevamo che dopo gli ultimi infortuni non sarebbe stato mai più il giocatore di prima, inevitabilmente: il tempo scorre inesorabilmente anche per gli eroi.  Egoisticamente speravo in un ultimo hurrà, perché se lo meritava e perché avrei voluto vederlo   danzare in campo ancora una volta, e poi un’altra, magari…… però alla fine è giusto così.
Grazie per lo spettacolo che hai regalato a tutti gli appassionati, fossero o meno Tuoi tifosi non possono non aver apprezzato la pulizia del gesto tecnico, le variazioni di ritmo, la leggerezza negli spostamenti, la correttezza in campo…..mi mancherai ma grazie per esserci stato, così a lungo e così “regale”.
0Shares
Taggato , , . Aggiungi ai preferiti : permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *