Intervista a … Luciano Dardieri

di Adamo Recchia

Abbiamo incontrato la giovane promessa italoArgentina Luciano Dardieri figlio d’arte infatti il padre è stato un buon giocatore della serie A argentina.
La figura del padre coincide con quella di allenatore del ragazzo che effettua i suoi allenamenti a Buenos Aires.
Ora si trova al numero 327 del ranking Atp di singolare e 250 di doppio ed il suo obiettivo è entrare nei primi 200 nei prossimi mesi.

Come hai scoperto il tennis
E’ la passione della mia famiglia. Mio padre (buon giocatore di tennis della serie A Argentina) mi ha spinto a giocare a tennis mettendomi in mano la racchetta a cinque anni.
Mio padre mi allena da quando avevo 5 anni. All’inizio era un po’ più difficile vivere a livello sportivo il rapporto padre-figlio. Adesso per fortuna ci troviamo molto bene, lui ne capisce tantissimo di tennis. Oltre me allena anche mio fratello. Ci ha portati tra i primi delle rispettive categorie. Diciamo che fa le cose abbastanza bene. Io quando sono con lui mi sento sicuro, ho fiducia in quello che mi dice e in quello che facciamo insieme. E questa è una cosa molto buona per un giocatore, oltre al fatto che è bellissimo vivere la mia carriera con mio padre al fianco.

Quando hai capito potesse diventare un professionista del tennis
All’inizio del periodo junior. Mio padre mi ha detto di giocare tranquillamente e pensare a crescere tennisticamente parlando. Per me fin dall’inizio è stata una questione di crederci e di lavorare duramente. Il tennis per me era fin da bambino un aspetto fondamentale della mia vita. Mi è piaciuto fin dall’inizio il tennis , e ho avuto tutto a disposizione dalla mia famiglia per poter crescere.

Ora sei il numero 327 nella classifica Atp che obiettivo Ti poni per quest’anno
Voglio arrivare nei primi  200 atp in singolare del ranking mondiale, e mi piacerebbe poter fare le qualificazioni ai gran slams.
Però l’obiettivo è quello di migliorare la mia attitudine al gioco e la concentrazione in campo.

In quali colpi ritieni di essere forte ed in quali pensi di dover migliorare
Dritto e servizio sono i miei colpi migliori
Il rovescio comincio ad averlo più sicuro e ci  sto lavorando molto, fisicamente sto lavorando tanto devo migliorare la seconda di servizio.
Sto lavorando molto anche sulla concentrazione, visto che spesso e volentieri mi distraggo durante i momenti importanti della partita, perdendomi un po’. Poi c’è l’aspetto tecnico-tattico. Qui sto lavorando sul rovescio. Insomma, c’è tanto da imparare.

Su quale superficie Ti esprimi meglio e su quale sei meno brillante
Mi piace il campo veloce , ma siccome sono argentino me  le la cavo bene anche sulla terra. Riesco a passare abbastanza bene in poco tempo da una superifice ad un’altra.

Segui qualche modello come campione
Il mio modello di campione è Juan Del Potro. Persona eccezionale. Mi è dispiaciuto moltissimo il suo recente ritiro dalle competizioni.

Dopo quale risultato hai capito di poter ambire a qualcosa di importante
Quando ho vinto con Hoang n 120 al mondo nel challenger ATP di Cordenons  io avevo solamente 17 anni
E con diversi risultati posteriormente perdendo al terzo al foro italico  contro Souza avevo anche li 17 anni , poi vincendo con Gaio 164 quest’anno, facendo finale a San Paolo nel mio primo challenger.  Quest’anno è stato anche importante il percorso dei futures in Tunisia e in Egitto.

Parlaci del Tuo staff dove Ti alleni
Mi alleno a Villa Gesell, cittadina di 23.000 abitanti, vicino Buenos Aires presso il Club Harrods Gath & Chaves
Il mio allenatore è mio padre, con il preparatore atletico Martiniano Orazi  allenatore di Diego Scwartzman.
Ho come sport advisor Luca Del Federico che mi segue dallo scorso anno.

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