62 candeline per Ivan Lendl

di Alessandro Perrone e Elena Montin

 

7 marzo 1960, non una data qualsiasi per il mondo della racchetta. Nella grande enciclopedia del tennis la voce relativa a Ivan Lendl potrebbe occupare ben più di un tomo. Perché si tratta, in maniera scontata, di uno dei nomi che hanno fatto la storia di questo sport assieme a quelli di Bjorn Borg, John McEnroe, Jimmy Connors, Stefan Edberg, Pete Sampras, Roger Federer e Rafa Nadal.

Cecosclovacco di nascita, ma naturalizzato americano nel 1992, Ivan Lendl iniziò a giocare a tennis sin da bambino, sotto la supervisione dei genitori tennisti (la madre era numero 2 della Cecoslovacchia). La sua prima affermazione internazionale risale al 1977, quando Ivan conquistò l’Orange Bowl e venne sin da subito consacrato come campione in erba.

I numeri del tennista ceco-americano sono di primordine: numero 1 Atp per 270 settimane, 157 delle quali consecutive. Vincitore di almeno un torneo Atp per 14 anni consecutivi con un bilancio di 94 trofei vinti in carriera e unico giocatore nella storia ad aver vinto il 90% delle partite in cinque anni diversi, vincitore di 8 tornei del Grande Slam, e riuscendo ad arrivare in finale di altri 11.

Il suo tennis, nelle fasi iniziali della carriera, si basava sul potente diritto e in particolare sulla versione “in allungo” e “inside out”. Ma negli anni seppe trovare solidità anche dalla parte del rovescio, trasformando il suo colpo tagliato in uno liftato e molto potente, utile a passare e anche ad attaccare.

Cosa dire di questo campione?

Personaggio molto estroverso, forse più odiato che amato, ma molto rispettato e indubbiamente temuto. Ha sempre avuto un carattere scontroso, molto avaro di se stesso, determinato all’inverosimile sia in campo che nelle piccole faccende della vita quotidiana, sempre animato da un curioso sense of humor, non facile da capire anche per coloro che gli sono stati accanto.

Non troppo simpatico. Non troppo divertente. Non un tipo che potesse appassionare le folle. Il tennis però è stato anche altro. Non solo McEnroe che sbraita in campo o ricama sotto rete. Non solo Sampras o Federer col loro stile perfetto. O magari Agassi col ritmo di un videogioco… Il tennis è stato anche Ivan Lendl, aggressivo e regolare, metodico e lavoratore. Numero uno. Sì, numero uno e figura di grande rilievo degli anni ’80, per chi se ne fosse dimenticato

Lendl pero’ ha rivoluzionato il modo di giocare a Tennis. Lendl è stato leggendario per aver importato nel mondo del tennis la scienza dell’alimentazione. Sembra quasi scontato oggi, ma negli anni ’80 l’alimentazione controllata era qualcosa di eretico, mentre Ivan Lendl fu uno dei primi a curarla in maniera minuziosa e attenta per ottenere il massimo dal suo fisico statuario. Il suo regime alimentare severo si legava in maniera imprescindibile alla metodicità e alla cura dei particolari nelle fasi di preparazione fisica e questo fu sicuramente uno dei suoi più grandi meriti.

È cresciuto anno dopo anno, sottoponendosi a durissimi allenamenti con il supporto dei migliori allenatori e specialisti al mondo, da Wojciech Fibak a Tony Roche, ingaggiando preparatori fisici, dietisti e psicologi. Con determinazione feroce si è costruito pezzo dopo pezzo un gioco potente e solidissimo basato su di un gran servizio, un dritto diventato leggendario e una condizione psicofisica praticamente perfetta, affinata su principi di allenamento scientifici. In questo Lendl è stato un vero innovatore, diventando il primo sostenitore della metodica dell’allenamento applicata al tennis, a 360°. Non lasciava niente al caso, dagli aspetti tecnici a quelli tattici, passando per la preparazione mentale, nuovissimi programmi di recupero e fisioterapici, tabelle alimentari rivoluzionarie per l’epoca, supporti tecnologici nei materiali di gioco e persino nell’abbigliamento. Gestiva ogni collaboratore e dettaglio con precisione maniacale, attraverso una standardizzazione degna dei seguaci del Taylorismo economico/organizzativo, con un’applicazione dogmatica, quasi fanatica.

Per citare alcune delle sue particolarità, ordinò alla sua storica casa d’abbigliamento dei polsini maggiorati per detergere il copioso sudore, di una misura esatta al millimetro per non intralciare il movimento e feeling del suo avambraccio; e l’indimenticabile cappellino “da legionario” agli Australian Open per proteggersi dal cocente sole di Melbourne. Per arrivare in perfetta forma agli US Open (torneo in cui disputò 8 finali consecutive dall’82 all’89) si fece costruire nella sua villa in Connecticut un campo da gioco dallo stesso operaio che curava la manutenzione del campo centrale di Flushing Meadows. Per non parlare dell’attenzione morbosa con cui curava le corde dei suoi telai: Lendl fu il primo giocatore ad introdurre il cambio di racchetta ad ogni cambio di palle, per aver la miglior incordatura possibile, e per anni si è affidato solamente al sig. Boswort, tanto da farsi inviare le racchette via corriere espresso in ogni torneo. Iconico divenne il suo rituale prima di ogni servizio: scelta delle palle – pulitura della suola con la racchetta (su terra battuta) – ritocco alle sopracciglia – segatura sul manico della racchetta – asciugata al sudore con polsino o spalla – aggiustata all’impugnatura del manico – sguardo tenebroso al rivale, e via al lancio di palla.

Ivan Lendl ha portato il tennis nell’era moderna e, da coach, guidato Andy Murray a conquistare il suo primo Wimbledon e un oro olimpico..

 

 Cosa dire del Lendl di Oggi?

Secondo la lista di People With Money di lunedì (7 marzo), Lendl è il più pagato tennista al mondo, grazie a sorprendenti guadagni di 58 milioni di dollari tra febbraio 2021 e febbraio 2022, un vantaggio di quasi 30 milioni di dollari sul suo concorrente più vicino.

Il tennista americano ha un patrimonio netto stimato di 185 milioni di dollari. Egli deve la sua fortuna a intelligenti investimenti azionari, proprietà, accordi lucrativi di collaborazione con i cosmetici CoverGirl. Lendl possiede anche diversi ristoranti (la catena “Le pizze di Papà Ivan”) a Washington, una squadra di calcio (“Gli Angeli di Ostrava”), ha lanciato il suo marchio di Vodka (“Pure Wonderlendl – USA”), e sta affrontando il mercato dei ragazzi con un profumo di successo (“Da Ivan con Amore”) e una linea alla moda chiamata “Seduzione by Ivan Lendl”.

Ricordi miei personali

Ricordo di aver visto e, anche, la fortuna di aver scambiato una piccola frase con lui, a una esibizione a Verona sul finire degli anni 80: ricordo indelebile nella mia mente. Lendl, Mcenroe, Cane’ e Caratti. Sono riuscito ad intrufolarmi dentro il palazzetto dove si allenavano, e sono riuscito a scambiare due parole con i giocatori. Sensazioni uniche, il poter parlare con i due “Mr Tennis” del momento.

Ora il tennis ha altri idoli, ma sicuramente nel grande libro del tennis, Ivan Lendl ha un capitolo tutto suo.

Buon compleanno Ivan….

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