Pensando a Wimbledon – FEDERER IL GABBIANO

 

FEDERER IL GABBIANO

di Massimo D’Adamo

Chissà cosa pensa il niveo Federer in cima al mondo da quasi quattro lustri, in un clima etereo lontano dall’acre odore della classifica mondiale e da problemi affini. Un bello spunto per Richard Bach che con il suo Jonathan Livingstone, gabbiano sognatore con tanta voglia di volare, ha raccontato la ricerca della perfezione. La didascalia recita che quel ‘gabbiano vive nel profondo di noi tutti ’,quindi può annidarsi anche in un atleta ormai in competizione più con i suoi record che non con gli altri e che a Wimbledon si è librato con la solita eleganza senza smarrire che briciole di tennis.
La metafora narra che all’inizio Jonathan fosse inviso ai più. Forse anche Federer lo era, poi carpì i segreti del gioco e il resto dello stormo guardò a lui con rispetto e il naso in sù.
Ora il bianco piumate volerà sul cemento americano fino a planare sui campi di New York e da lì, tra cabrate, picchiate e difficili impennate mostrerà ancora una volta il gusto di osare oltre ogni limite. Un messaggio a quei giocatori un po’ sparagnini, poco inclini allo spettacolo, con un tennis ingessato da schemi fissi e ripetitivi. Fanno parte dello stormo, lui vola troppo alto per curarsene: se la sbroglino tra loro.

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