di Elena Montin
Il tennis è uno sport crudele, come la vita, alcune volte persone fuori dagli schemi cercano di capire ciò che ha da darci. Una di queste è sicuramente lo scrittore e insegnante Gianpaolo Pini, autore del libro Tennis@infinito.zero con cui ho avuto il piacere di fare due chiacchiere via chat.
Persona estremamente geniale, ha scritto un libro che mi ha tenuto sulle spine fino alla fine, togliendo molte certezze che avevo sul tennis, instillando molti dubbi.
Partiamo dal titolo. “Tennis@infinito.zero” Sembra un indirizzo e-mail, a cui dobbiamo scrivere un oggetto e una descrizione: il libro è strutturato esattamente così, una prima parte che è come un’anticipazione, che ci prepara alla seconda, il cuore del libro vero e proprio.
Titolo che ci dice moltissimo sull’opera, di solito gli studenti mandano una e-mail ai propri professori per chiedere dei chiarimenti, esattamente così fa il nostro autore: mette il lettore nei panni dello studente desideroso di apprendere le grandi nozioni del Tennis, che non e’ solo quello visto in TV.
Andando avanti troviamo una breve introduzione, che inizia a smuovere le piccole rotelle del nostro cervello attraverso citazioni ed etimologia delle parole.
Mi ha colpito particolarmente la riflessione che l’autore fa sull’importanza del maestro per un atleta, plasmata sulla volontà di entrambi.
Prima parte molto discorsiva, che aiuta a capire il perchè di questo libro, perchè è diverso da un’autobiografia di un giocatore.
Molto carina la sezione “Istruzioni d’uso”, che ci prepara all’enorme viaggio mentale che abbiamo scelto di percorrere e sentire nostro. L’autore stesso ci assicura che non sarà facile, dobbiamo mettere in dubbio tutto quello che credevamo essere vero.
Inizialmente l’autore Gianpaolo Pini accenna al fatto della seconda parte, ma pensavo fosse uno scherzo… 6076 domande senza una risposta, era qualcosa per far dire al lettore “sarà tutto un bluff”. Invece no, era serissimo. Quello che rende diverso questo libro dagli altri è la presenza delle domande nominate sopra, che tuttavia sono una piccola parte di quello che il Tennis ha da offrire.
L’autore dichiara sulla sua opera “Questo è un libro di domande senza risposte sull’allenamento sportivo in particolare del Tennis. L’opera richiede riflessione, analisi, ragionamento, applicazione. L’introduzione è il succo del frutto; le domande sono la buccia per arrivare al nocciolo e aprirsi ad un nuovo mondo. Sono 6076 domande che rispecchiano il cammino di un atleta attraverso un match immaginario in due set con difficoltà agli estremi: il primo set vinto agevolmente 6-0 e il secondo vinto mentalmente al tie-break 7-6. Una metafora della vita in tutto e per tutto. Nessuna risposta fornita direttamente. Solo ricerca e dubbi, domande e ricerca. Solo per lettori decisi e curiosi, aperti al nuovo, divergenti per natura, originali per sopravvivenza. Un libro senza una fine realmente tangibile che apre porta dopo porta conducendo verso l’incertezza, unico stimolo alla scoperta e alla conoscenza infinita.”
Passiamo alla recensione vera e propria. E’ un libro che può risultare molto pesante se non lo si legge con lo spirito giusto, bisogna essere estremamente preparati. Il rischio di chiudere il libro spinti dalle troppe domande c’è, per questo bisogna affrontarlo a testa alta. Ho trovato molto bella la prima parte discorsiva che, devo dire, mi ha aiutato ad affrontare la seconda parte con un obiettivo. E’ un libro che deve essere letto tutto d’un fiato, dando una propria risposta ad ogni domanda che si ha davanti, solo così si potrà capire il vero significato dell’opera.
Per quanto riguarda il mio giudizio personale, ho trovato una lettura piuttosto ardua, ma che alla fine mi ha aperto gli occhi e fatto cambiare prospettiva.
Voto 7.2/10
Alla prossima lettura!
Bellissima recensione.
Grazie Elena Montin👍🏽🎾👌🏽🙏