Torino decreta: e’ Zverev il Master del 2021

di Alessandro Perrone e Elena Montin

Le ATP finals hanno il loro vincitore: Il tennista tedesco Alexander Zverev ha battuto il russo Daniil Medvedev (6-4, 6-4)  e si e’ aggiudicato la manifestazione. Al Pala Alpitour di Torino — città che ospiterà il torneo per cinque anni — Zverev, che ha 24 anni ed è terzo nel ranking mondiale, è tornato a vincere le ATP Finals a tre anni dall’ultima volta: nel 2018 le vinse a Londra battendo in finale Novak Djokovic.

E’ stata la finale più breve di sempre, il 6-4, 6-4 in un’ora e 16 minuti è il giusto premio a un torneo incredibile da parte del n.3 al mondo. “Venivo da cinque sconfitte di fila contro Medvedev, ora posso andare felicemente in vacanza – il commento del nuovo campione delle Atp Finals dal campo del Pala Alpitour, che proprio nel round robin aveva ceduto per 2-1 contro il russo – E’ stato il modo migliore per chiudere la stagione: è stato un anno meraviglioso, non vedo l’ora di ricominciare”. Questo successo è davvero la ciliegina sulla torta per Zverev, sei titoli totali, compresi due Masters 1000, la gioia del trionfo alle Olimpiadi di Tokyo e la soddisfazione sotto la Mole.

Anche quest’anno si e’ avverata la “maledizione delle finals”: e’ capitato tante volte (11)  che due giocatori che si sono incontrati nel round robin, e poi successivamente in finale, quello che ha vinto al round robin, poi ha perso in finale.

C’è anche una dedica speciale del campione alla città che ha ospitato la kermesse: “A Londra mi sono trovato bene, ma Torino è fantastica, è il top”, dice il tedesco, che rovesciando ogni pronostico si è rivelato il migliore di tutti, nonostante in questa fase ad eliminazione non partisse certo come favorito. Ha eliminato Novak Djokovic in una semifinale incredibile, ha strappato il titolo delle Atp Finals a Medvedev. E, venendo al serbo primo al mondo, è scattato il caso vaccino: “Vedremo se ci sarò, aspettiamo e vediamo” il suo commento sibilino in vista del torneo in Australia, dove c’è obbligo vaccinale per chi entra nel Paese. Il n.1 ieri è sembrato fuori forma, ma lui la pensa diversamente: “Non ero assolutamente stanco, avrei potuto giocare ancora un’ora – ha detto dopo una maratona di due ore e mezzo – Ho solo avuto un pessimo game, il quarto del terzo set, con quattro errori gratuiti: in condizioni simili, contro un grande battitore come Zverev, quando perdi il servizio è dura rimontare”.

Una finale con poco pathos, dominata dall’eccellente stato di forma del tedesco, dal suo eccellente servizio e colpi che non hanno dato il tempo al suo avversario di mettersi in “palla”: dimostrazione di questo e’ il fatto che non ha concesso nessuna palla break in tutto l’incontro. E dall’altra parte c’era il numero 2 del mondo, il giocatore che lo aveva battuto nel round robin e nelle 5 partite precedenti.

Il 2021 è stato un anno da incorniciare per il tedesco, che ha vinto i tornei di Acapulco, Madrid, Cincinnati e Vienna, ha conquistato l’oro olimpico a Tokyo e ora le Atp finals (con un premio di $2,143,000 e 1300 punti, che non guastano mai).

Zverev ha vinto il Masters del 2021 battendo i primi due giocatori del mondo, il numero 1 Djokovic in semifinale e il numero 2 Medvedev in finale, il che la dice lunga del suo stato di forma, ma soprattutto che e’ riuscito ad avere una solidita’ mentale e fisica del grande campione.

Il tedesco si prepara a un 2022 con tante ambizioni. Djokovic lunedì avrà un vantaggio di quasi 3.000 punti su Medvedev e quasi 4.000 punti su Zverev. Ma con tre titoli importanti da difendere nel 2022 e due stelle nascenti in ottima forma, il serbo avrà le mani impegnate il prossimo anno.

Dall’inizio delle Olimpiadi di Tokyo , Zverev ha giocato il miglior tennis della sua carriera, vincendo 32 delle sue 36 partite per chiudere la sua stagione. Ha vinto la medaglia d’oro in singolare a Tokyo, la sua quinta corona ATP Masters 1000 a Cincinnati e il suo secondo Nitto ATP Finals trofeo . Delle sue quattro sconfitte in quel periodo, tre sono arrivate contro Djokovic (1) e Medvedev (2).

La vittoria di domenica ha anche dato a Zverev il maggior numero di titoli quest’anno con sei, e le sue 59 vittorie a livello di tour sono attualmente le migliori del Tour. L’unica cosa che il tedesco non ha realizzato è la vittoria in un torneo del grande Slam, e il finalista degli US Open 2020 punta chiaramente a questo obiettivo, come ha dichiarato, “Ho avuto successo su ogni singolo livello, e c’è una cosa che manca”, ha detto Zverev. “Spero di poterlo fare l’anno prossimo”.

Oltre al campione del singolo, è stata la giornata della finalissima nel doppio: Pierre-Hugues Herbert e Nicolas Mahut si portano a casa la coppa, 2-0 il risultato con cui hanno battuto Rajeev Ram e Joe Salisbury.

Come capitato con Medvedev, anche i due francesi hanno rovesciato le previsioni e i precedenti: “Avevamo perso nel round robin contro di loro, ma oggi abbiamo giocato la miglior partita di tutta la settimana” ha commentato la coppia campione.

Curiosita’:

  • Per il tedesco, che bissa la vittoria del 2018, è il 19° torneo in carriera, arrivato nella terza finale più breve della storia
  • Zverev, 2° Masters, ma ancora zero titoli nello Slam nel suo palmaresse, capitato nella storia anche al grande Ivan Lendl che ne vinse due prima di conquistare il Roland Garros nel 1984
  • La finale di Torino è durata appena 75 minuti: un’ora e 15 minuti di gioco per la terza finale più corta della storia. Sono durate meno solo Nastase-Borg del 1975 (65 minuti) e Federer-Hewitt di Houston 2004 (un’ora e 7 minuti).
  • E’ stata anche l’undicesima finale della storia che ha ribaltato il risultato dello stesso incontro giocato durante il round robin. Era avvenuto anche nel 1976 (Orantes-Fibak), 1989 (Edberg-Becker), 1990 (Agassi-Edberg), 1994 (Sampras-Becker), 1996 (Sampras-Becker), 1999 (Sampras-Agassi), 2000 (Kuerten-Agassi), 2005 (Nalbdandian-Federer), 2015 (Djokovic-Federer) e 2018 (Zverev-Djokovic).
  • E’ stata anche la prima finale tra la testa di serie numero 2 e 3 dal 1989 quando anche il quel caso fu il numero 3 Stefan Edberg a vincere sulla numero 2 Boris Becker: in precedenza, in 52 anni di storia, era accaduto solo nel 1983 tra John McEnroe (3) e Ivan Lendl (2) e sempre dunque la testa di serie numero 3 ha avuto la meglio sulla numero 2.
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