di Alessandro Perrone
Gli US Open 2021 saranno ricordati come il grande rimpianto di Novak Djokovic, ma sono stati il torneo della consacrazione nella famiglia dei “Gran Slam” per altri due atleti: la olandese Diede De Groot e l’australiano Dylan Alcott che hanno trionfato nelle rispettive categorie del tennis in carrozzina, aggiudicandosi il quarto Slam della stagione che assieme agli ori paralimpici di Tokyo 2020, significano Golden Slam. Nel paragone con gli atleti normodotati, soltanto a Steffi Graf nel 1988 era riuscita l’impresa.
Diede De Groot, 24 anni e originaria di Woerden in Olanda, nella giornata di sabato 12 settembre ha superato 6-3 6-2 Yui Kamiji – numero 2 del mondo – nella finale del torneo femminile di weelchair tennis (categoria Open) allo US Open. Contro Kamiji iniziò la sua cavalcata verso il Golden Slam in febbraio: vinse 7-6 al terzo set la finale dell’Open d’Australia, mettendo le basi per lo straordinario traguardo tagliato poi sui campi di New York.
L’australiano Dylan Alcott, che compete nella disciplina del quad, ha trionfato sul Louis Armstrong di Flushing Meadows, realizzando il sogno della sua carriera tennistica. Era andato vicino al Grande Slam nel 2019, ma dopo aver vinto a Melbourne, Parigi e Londra, giocò una pessima finale a New York contro Andy Lapthorne, che si aggiudicò il trofeo col punteggio di 6-1 6-0. Stavolta si è ritrovato di fronte il 18enne Niels Vink, olandese come De Groot. Alcott ha vinto 6-2 7-5, sollevando il suo 15esimo titolo dello Slam.
“Tutti mi chiedevano ‘Stai pensando al Golden Slam?” ha detto Alcott dopo la vittoria. “E io rispondevo ‘No, davvero non mi importa’. Così per tutto l’anno. Ma certo che mi importava. È bello non dover fingere più. In finale non avevo tantissime energie ma sapevo che sarebbe stata una settimana difficile. Quindi ho solo provato a godermi il momento: per me, per il mio team, per la mia nazione. Non posso credere di essere diventato l’unico uomo nella storia del tennis, in carrozzina e non, ad aver centrato il Golden Slam. In passato ho trascorso periodi difficili: odiavo me stesso, odiavo la mia disabilità e non volevo nemmeno più stare in questo mondo. Poi ho scoperto il tennis: mi ha salvato la vita. Essere una bella persona è l’aspetto a cui tengo di più nella mia vita. Mi piacerebbe che nel tennis le future generazioni di giocatori in carrozzina trovassero uno sport ancora migliore rispetto a quanto lo sia oggi, e mi auguro che i miei risultati possano giocare un ruolo importante in tutto questo. Sono fiero di essere disabile, di giocare a tennis in carrozzina e di aver vinto tanto. Non desidererei essere nessun’altro in questo mondo, se non me stesso. Sono fiero di me, e del percorso che mi ha portato fino al Golden Slam”.
“Questo successo mi dà tanta gioia, ma prima ancora ho sentito una sensazione di sollievo. Completare il Golden Slam era un grande obiettivo, e sono felicissima di averlo centrato. Non vedo l’ora di rientrare a casa e godermi questo successo con la mia famiglia e tutte le persone che mi hanno supportato nelle ultime settimane. Fra Tokyo e New York sono stati in molti a trascorrere delle notti insonni per vedere i miei incontri, e sono onorata di aver ripagato l’affetto di tutti conquistando il Golden Slam” – ha dichiarato Diede De Groot dopoo l’incontro.
Anno incredibile per queste persone che, in barba alla loro disabilita’ (Dylan Alcott è nato con un tumore al midollo spinale, la cui rimozione nelle prime settimane di vita gli è costata la paraplegia, mentre la atleta olandese non ha la perfetta mobilita’ nelle gambe), hanno raggiunto, con tenacia, un sogno, e hanno dimostrato che, con la volonta’ niente e’ impossibile.
Congratulazione a questi atleti.