di Alessandro Perrone
GLi US Open entrano nel vivo, ci sono i primi verdetti, le prime conferme e le prime “disattese non conferme”: questo articolo lo voglio dedicare a un amico del blog, un giocatore che da quasi due decenni solca i campi da tennis di tutto il mondo: parliamo dell’altoatesino Andreas Seppi, 37 anni, e non sentirli.
Con la sua solita umilta’ da buon “lavoratore del tennis”, e’ arrivato a News York per partecipare alla manifestazione, convinto, dentro di se’, che avrebbe potuto fare un buon torneo. Infatti, dopo aver steso in quattro ore Marton Fucsovics al primo turno, Andreas, 37 anni compiuti a febbraio, ha mandato a casa anche Huber Hurkacz, 24 anni, numero 13 Atp, il polacco dal servizio fulminante che a Miami quest’anno aveva negato a Sinner la vittoria nella finale di Miami.
Altre quattro ore di grande tennis (2-6 6-4 6-4 7-6), di sapienza tattica, di grinta e di fosforo, di geometrie impeccabili, di scelte azzeccate. Alla sua 19esima partecipazione agli Us Open è di nuovo al terzo turno nonostante gli anni che passano e l’anca sdrucita che lo costringe a due infiltrazioni all’anno. Il farmaco, dopo un anno di Covid e spalti vuoti, è anche la presenza del pubblico. «Mi è tornato il gusto di giocare e di lottare – ha spiegato – per questo ho ancora voglia di alzarmi la mattina per andarmi ad allenare».
Al prossimo turno gli tocca il tedesco Otte, classe 1983 e n.144 Atp che il giocatore italiano conosce bene per averci giocato contro in Bundesliga, e che al primo turno ha eliminato a sorpresa l’altro azzurro Sonego. «È forte, serve bene. Io però mi sento bene e mi sto godendo ogni minuto qui a New York. Spero solo di recuperare al meglio e non sentire dolore per potermi giocare un’altra bella partita».
LE PAROLE DI ANDREAS – “Non mi aspettavo di stare così bene fisicamente oggi, dopo le 4 ore del primo giorno. Pensavo di sentire più dolori, soprattutto alla schiena, quindi sono riuscito a giocare abbastanza libero, senza dolori, e questa è stata la parte che mi ha aiutato a giocare un match decente“.
“Mi sembra di essere un giocatore migliore rispetto a qualche anno fa: per come vedo il gioco, per come colpisco la palla, mi pare che il pacchetto sia migliore. Poi non mi alleno come facevo una volta, ma nel caso della partita di oggi la media degli scambi era 3-4 colpi, per cui questa cosa mi ha aiutato dal punto di vista fisico. Con il servizio faccio molta fatica ad alzarmi da terra perché sento che l’anca va in sofferenza, ma non credo di aver servito male“.
“La cosa più importante ora è recuperare nella maniera migliore possibile. Farei la firma a svegliarmi come stavo stamattina per il prossimo match. Ho avuto due turni molto difficili mentre adesso ce n’è uno che invece sembra più semplice. Si possono sicuramente trovare avversari peggiori di Otte al terzo turno di uno Slam, anche se lui ha vinto due bei match, prima Sonego, che ha fatto una bella annata, e anche al secondo turno [contro Kudla] ha vinto molto facilmente. Lo conosco un po’ perché ci ho giocato insieme in Bundesliga in Germania, faceva parte della mia squadra. È uno che serve molto bene, spinge, tira, abbastanza imprevedibile, ma è sicuramente una buona partita da giocare“.
Per l’altoatesino si tratta della 18esima presenza consecutiva allo slam americano, e con questo risultato ha raggiunto il terzo turno in tutti gli SLAM.
In palio c’è un quarto turno dove Andreas potrebbe incrociare proprio Matteo Berrettini, che ha lasciato un set al francese Moutet (7-6 4-6 6-4 6-3) e al prossimo turno incontra il bielorusso Ilya Ivashka, n.54 Atp che Matteo ha battuto due mesi fa a Wimbledon.
Per completezza di informazione, c’e’ anche un terzo italiano, che si e’ qualificato al terzo turno, il campione Next Gen di Sesto Pusteria, Jannik Sinner, n. 16 del circuito, che ritroverà per la terza volta in carriera il francese Gael Monfils, 17^ testa di serie del seeding.