di Salvatore Rusrtici
Il benessere, la felicità e la performance ottimale , rappresentano i concetti chiave nell’ambito della Psicologia Positiva.
L’analisi della qualità dell’esperienza soggettiva porta a sviluppare nuove abilità e competenze, che portano a fortificare il livello di salute dei singoli e dei gruppi, il costrutto del Flow è stato formalizzato da Mihaly Csikszentmihalyi (1975 ).
Il Flow è un esperienza di profonda concentrazione, gratificazione ed impegno totale, accompagnato da uno stato affettivo positivo.
Le ricerche di Mihaly Csikszentmihalyi sono sempre state indirizzate verso un desiderio di comprendere le caratteristiche psicologiche delle esperienze ottimali, studiandone minuziosamente le manifestazioni nel quotidiano.
Mihaly Csikszentmihalyi è stato in stretto contatto con molti personaggi che lavoravano nel campo artistico, ed aveva notato nonostante le ambizioni sia economiche che di ascesa sociale, la passione per il proprio lavoro, e che questo amore rimanesse invariato nel tempo, e tutto il processo costituiva un alto grado di benessere percepito.
E in tutto questo stato, esisteva qualcosa di intrinsecamente motivante in tutta questa esperienza creativa, e il Flow li spingeva a continuare nella ricerca del benessere.
L’equilibrio fra la percezione di difficoltà del compito ( Challenge ) e le capacità personali ( skills ), la sensazione di alterazione del tempo, e un alto senso di soddisfazione e gioia.
Molti autori hanno mostrato che questa esperienza eccezionale non sia limitata all’atto creativo, ma ad una esperienza universale.
La ricerca sul funzionamento ottimale, non si ricerca esclusivamente sulla motivazione intrinseca, ma su ciò che rende un attività intrinsecamente motivante ( Nakamura & Csikszentmihalyi,2011 ).
Parlare di Flow significa riferirsi ad una visione olistica e da una espansione dei confini del sé, al punto tale da destrutturare l’esperienza, incrementando la percezione di controllo dell’ attività in corso.
Dalle interviste effettuate su molti atleti di varie specialità sportive, emergono affermazioni riferite alle esperienze di flusso che si caratterizzano da un elevato livello di concentrazione e di partecipazione all’attività, mantenendo un equilibrio costante fra la percezione delle difficoltà della situazione e del compito ( challenge ) e le capacità personali ( skills ), in cui l’orologio interno rallenta, mentre quello esterno accellera ), e tutto questo processo produce una sensazione profonda di soddisfazione e di piacevolezza.
Evidenzia Inghilleri ( 1996 ): tre sono quindi gli elementi fondamentali delle situazioni di flusso di coscienza: un grande investimento di attenzione sulla situazione in atto; una sensazione di benessere e di soddisfazione personale; la presenza di un impegno a cui corrispondono capacità personali adeguate ( p. 383 ).
Il flow rappresenta un esperienza universale, in quanto si verifica una condizione estremamente coinvolgente, sviluppando soddisfazione e motivazione profonda.
Lo studio dell’esperienza ottimale non può prescindere dalla relazionalità dinamica che lega l’individuo all’ambiente circostante.
I soggetti sono portati a sviluppare un complesso nucleo di esperienze personali e sociali, e tutte queste legate alla possibilità di ritrovare lo stato di flow.
Questa condizione agisce come un imbuto esperienziale, facendoci assaporare la sensazione ottimale del nostro funzionamento.
Quindi lo stato di flow è legato al concetto di esperienza soggettiva, in cui il soggetto sperimenta un esperienza ottimale quando percepisce i livelli di challenge e skill elevati ed equilibrati tra loro.
Questo tipo di approccio nasconde due limiti; il primo limite è riferito nel considerare il contesto interpersonale in cui l’esperienza viene sperimentata ( McNulty & Fincham, 2012); il secondo limite è riferito all’essere definito in maniera soggettiva e non oggettiva: ossia, quello che può essere una componente interessante e coinvolgente per me , non è detto che lo sia per un’altra persona.
Molti autori propongono per superare questi limiti, analizzando il flow attraverso i concetti di presenza e presenza sociale ( Riva, 2012 ).
Con il termine presenza, gli autori fanno riferimento alla sensazione di vivere lo spazio reale e virtuale, nel momento in cui avvengono le nostre azioni con le capacità che possediamo.
In questo specifico concetto, la presenza diventa un meccanismo selettivo e adattivo, che permette al proprio Sé di relazionare la distinzione intuitiva tra ” interno” ed “esterno”, migliorando allo stesso tempo la propria intenzionalità.
Il secondo è la presenza nucleare, definito come la sensazione di essere con altri, all’interno di un ambiente reale o virtuale, quindi sviluppare la capacità di riconoscere intuitivamente nell’ambiente le intenzioni altrui.
L’esperienza ottimale o flow, riguarda il coinvolgimento nell’affrontare le opportunità di azione, che richiedono impegno e la soddisfazione verso l’aumento delle proprie abilità.
Studi specifici hanno confermato che il grado di coinvolgimento che le persone hanno in diverse attività, può significare un importante segnale per la complessità dell’obiettivo futuro che intendono raggiungere.( Greene & Miller,1996; Higgins & Trope,1990 ). Anche attività come lo studio, il lavoro e lo sport, possono sperimentare l’esperienza ottimale, grazie ad impegno e alla concentrazione.
Diversi studi condotti da diversi autori in ambito sportivo, hanno confermato che gli atleti performano al meglio quando si trovano in uno stato di flow, e in questo stato che si collega con la performance di picco “ peak performance ( Muzio, 2004 )”.
Molto importante è considerare la valutazione del flow di stato, ma tutto ciò non è possibile valutare l’esperienza nel momento in cui si sta svolgendo.
Fonte – Flow,benessere e prestazione eccellente” Dai modelli teorici alle applicazioni nello sport e in azienda. Marisa Muzio, Giuseppe Riva, Luca Argenton.
“C’è sempre un gioco interno giocato nella nostra testa, indipendente dal tipo di gioco esterno a cui stai giocando. Quanto tu sei consapevole di questo, può fare una buona differenza tra successo e fallimento nel gioco esterno”.
Timothy Gallwey
Dr. Salvatore Rustici
Psicomotricista- Psicomotricista Funzionale
Preparatore Mentale ( Mental Coach) – Psicologia dello Sport