Di Alessandro Perrone e Andrea Lanzavecchia
Insomma inizia Wimbledon e mentre la maggior parte dei tifosi del tennis sogna Federer vincitore, Roger spera di arrivare alla seconda settimana come un “Musetti” qualsiasi (ho preso Musetti come esempio di giocatore talentuoso, giovane e alla prima esperienza nel toneo londinese) dimenticando che un certo Novak Djokovic fra un paio di settimane potrebbe essere a quota 20 Slam e a un solo major dal Grande Slam, una cosa che se tipo gli riesce farà rosicare talmente tante persone che si sposteranno tutte a seguire il padel.
Già adesso c’è poco da discutere numeri alla mano su chi sia il GOAT, pensate se Novak dovesse vincere anche questo Wimbledon, il terzo di fila dal 2018, e pensate se il torneo sarà un fallimento per Roger Federer cosa potrebbe accadere. Lo svizzero deve fare bene, altrimenti trarrà le sue conclusioni, che potrebbero essere quelle di non tornare più a giocare a Londra il prossimo anno, chissà. Certo che è dura vederlo così, perdere contro un Felix Auger Aliassime ad Halle e pensare che potrebbe succedere la stessa cosa contro molti altri a Wimbledon. Lui dice però che è pronto, che eventuali vittorie gli daranno fiducia. Quella sì, energie per arrivare in fondo un po’ meno, anche perché quando i grandi perdono, i giovani si sentono un po’ meno intimoriti.
Tante volte abbiamo descritto la fine del giocatore svizzero, ma che, come l’araba fenice, e’ sempre risorto dalle sue ceneri.
Un anno senza giocare, senza la trans agonistica, lo hanno portato a sconfitte non prevedibili, ma e’ normale, in un mondo dove la differenza fondamentale tra i primi 200 giocatori del mondo non e’ il talento o la tecnica, ma la capacita’ mentale di affrontare il match e soprattutto i momenti piu’ importanti del match stesso.
Ad oggi non possiamo sapere come andra’ il torneo londinese per lo svizzero, ma dobbiamo essere speranzosi, ma soprattutto dobbiamo urlare a squarciagola: “Forza Roger”.
Sperando che non vinca il migliore