di Giacomo Carelli
Indubbiamente il tennis si è evoluto nel corso del tempo. Dalla fine degli anni 90’ in poi abbiamo assistito ad una quasi radicale trasformazione nel modo di interpretare le partite. In particolare, con il nuovo millennio, si è verificato un progressivo cambiamento nella concezione del gioco, ponendo maggiore importanza alla preparazione atletica e alla potenza da apportare ai colpi.
Se già nel corso degli anni abbiamo assistito ad un progressivo cambiamento nella tattica di gioco, adesso invece questa tendenza si è ulteriormente amplificata.
C’è anche da considerare che oggigiorno, così come in quasi tutto ciò che ci circonda, anche nel mondo del tennis è cambiato praticamente tutto. Dalle racchette alle palline, fino ad arrivare al look dei giocatori e delle giocatrici. Un’altra componente importante ad aver subito variazioni è la metodologia degli allenamenti, più incentrata sull’esplosività e sulla resistenza fisica.
Nel tennis moderno la preparazione atletica è molto importante. Gli attuali tennisti professionisti possono essere considerati come atleti completi, che dedicano buona parte della loro preparazione alla ricerca della forma fisica ideale, lavorando ore e ore in palestra con preparatori atletici preposti esclusivamente a tali incarichi.
Questo non vuol dire che i tennisti del passato non fossero allenati a livello fisico, ma è indubbio che i tempi siano cambiati e con loro anche i tennisti e il modo di interpretare il tennis. Questo fatto è anche, sotto un certo punto di vista, da considerare come fisiologico. È anche d’altro canto naturale che si sia verificato un mutamento nel modo di intendere il tennis, come del resto in molti altri campi della nostra società attuale.
Il tennis degli anni passati era, per certi aspetti, sicuramente più tecnico e tattico. Gli scambi erano molto più brevi, le palle corte e le sortite a rete erano una piacevole consuetudine. Oggigiorno invece il tennis è come se fosse, metaforicamente parlando, un braccio di ferro tra chi ha più potenza tra i due giocatori. Gli scambi sono in media più lunghi e i giocatori rimangono spesso a fondo campo. Sono pochi coloro che decidono di andare a prendersi il punto direttamente a rete e, se lo fanno, è perché l’andamento dello scambio li “obbliga”, ad esempio a seguito di un gran colpo offensivo.
Oggi la palla corta viene utilizzata quasi esclusivamente quando il giocatore avversario si trova lontano dalla linea di fondo, fuori dal campo, in modo da rendere praticamente impossibile una corsa in avanti alla ricerca della pallina.
Attualmente, all’interno del circuito, i tennisti considerati più “stilosi” e tecnici sono in percentuale sempre minore. Giocatori come Richard Gasquet, ormai a fine carriera, di un’elevata caratura tecnica e dal tennis vario, sono merce rara.
La tendenza a prediligere un gioco prettamente incentrato sulla potenza è facilmente ritrovabile nella maggior parte dei giocatori più giovani, oltre ad essere una componente pressoché comune all’interno di tutto il circuito sia maschile che femminile.
Questo fatto è emblematico e mostra proprio come stia cambiando il tennis, specialmente dal punto di vista delle nuove generazioni di tennisti.
Considerando i giocatori della cosiddetta ‘next gen’, sono più numerosi coloro che basano il loro gioco su un tennis caratterizzato da un ritmo continuo e grande potenza. Basti pensare al nostro gioiellino Jannik Sinner, che alterna sia di diritto che di rovescio colpi di una potenza incredibile. I colpi vincenti sono una specialità in casa Sinner ed è stupefacente la facilità con cui riesce a trovarli nel corso del match. Prendendo in considerazione la semifinale del torneo di Miami, giocata contro Bautista Agut, ha trovato la bellezza di 39 colpi vincenti (24 di diritto e 15 di rovescio). Un dato interessante risultano essere anche i 53 errori non forzati dell’altoatesino, che denotano la continua aggressività di gioco e conseguente ricerca costante del punto. Tra le nuove leve del tennis, Jannik può essere considerato tra gli emblemi di questa attitudine.
Anche vedendo il russo Andrey Rublev, è impressionante come riesca ad imprimere una potenza devastante praticamente su ogni pallina. Riesce ad essere efficace sia di diritto che di rovescio, con una velocità di palla impressionante.
Quando si pensa al tennis moderno, caratterizzato da potenza e resistenza fisica, non può non venire alla mente il campione maiorchino Rafael Nadal. I suoi muscoli appariscenti hanno sempre mostrato quanta importanza dia all’esplosività fisica nel suo tennis. Nadal, nel giro di pochi anni, è riuscito a costruire un fisico fenomenale, con muscoli definiti su gran parte del corpo e una resistenza allo sforzo mai vista prima.
Quando gioca sembra che i suoi muscoli siano in sinergia continua: dai muscoli delle braccia a quelli delle gambe. Sin dalle sue prime apparizioni nel circuito maggiore nei primi anni 2000, Nadal è sempre stato dipinto da molti come il simbolo del tennis che cambia. Lo spagnolo non è però mai stato solo potenza, ma bensì una combinazione di visione di gioco, resistenza, velocità di reazione muscolare e naturalmente grande potenza.
Il tennis attuale apportato dalle nuove generazioni è dunque, sotto certi punti di vista, ancor più differente semplicemente rispetto a qualche anno fa. Per lunghi tratti, la potenza ne fa sicuramente da padrona.
Lo stesso Nadal, in un’intervista di qualche anno fa, aveva dichiarato: “C’è una tendenza a pensare di meno e a giocare in modo più aggressivo”. Chi meglio di lui può confermare tale attitudine?
Il progresso non si può fermare. La mia domanda è. Rivedremo un tennista con il rovescio non bimane diventare nr 1nella classifica ATP per un periodo sufficiente da non apparire un meteora?
il rovescio a una mano sta tornando di moda (tsisipas e’ un esempio, tanto per citare il recente campione di Montecarlo).