di Alessandro Perrone
Nella serata di venerdi’ il Miami Open ha trovato il suo protagonista, e’ l’italiano Jannick Sinner che, a 19 anni ha raggiunto la finale, dopo aver sconditto, in una semifinale giocata al cardiopalma, Roberto Bautista Agut, testa di serie numero sette al torneo in Florida e protagonista dell’eliminazione del favorito, Daniil Medveded, con il punteggio di 5-7 6-4 6-4 dopo quasi due ore e mezza di gioco.
Partita storica, certo, ma non eccelsa a livello qualitativo: Bautista ha tirato 12 vincenti e commesso 39 gratuiti, Sinner ha sbagliato 53 volte ma ha messo a segno 39 vincenti. Perso il primo set 7-5, l’altoatesino è stato bravo a recuperare da 0-40 sul 3 pari e a risalire da 1-3 nel terzo.
Un altro mattone messo per la costruzione della carriera di questo straordinario giocatore. Si sono dette milioni di parole, ma continua a stupirci, non solo per la sua solidita’ tecnica (non e’ ancora perfetto, ma ha solo 19 anni, ed e’ nel circuito da un paio di anni) ma soprattutto per la maturita’ mentale, che sta crescendo partita dopo partita.
Sarà il polacco Hubert Hurkacz l’avversario di Jannik Sinner nella finale del Miami Open: il polacco nella notte italiana ha battuto il russo Sergej Rublev, quarta testa di serie, con un secco 6-4 6-3. Torneo dominato, quindi, dalle “non teste di serie” che sono cadute, metaforicamente parlando, durante la settimana del torneo.
Il 24enne tennista polacco e il 19enne azzurro sono colleghi, spesso compagni di allenamento e anche amici; in qualche occasione, come al torneo di Dubai il mese scorso, hanno giocato insieme nel doppio. Tuttavia in una partita ufficiale non si sono mai trovati l’uno di fronte all’altro.
E’ il secondo italiano di sempre ad arrivare all’ultimo atto in un ‘1000’ dopo Fognini a Monte-Carlo 2019, ma soprattutto e’ arrivatyo in finale alla terza partecipazione in questi tornei inferiori solo ai 4 dello Slam.
“E’ incredibile, sono contentissimo – le parole del giocatore azzurro – semifinale difficile da giocare, con Bautista è stata una dura battaglia. Vincere oggi vuol dire tanto per me. All’inizio eravamo tutti e due un po’ tesi, non era facile giocare bene c’era vento,. Ma io ho cercato di servire meglio, muoverlo di più, mischiare le carte, questa è stata la chiave della gara“.
Il tempio del football americano, l’Hard Rock Stadio, che ha visto partite epiche dei Miami Dolphins, sara’ il teatro di questa sfida.
Prima finale 1000 anche per Hurkacz in una settimana da favola nella quale ha sconfitto Shapovalov, Raonic, Tsitsipas e Rublev.
Oggi Jannick è virtualmente n. 21, ma potrebbe addirittura diventare n. 14 in caso di vittoria. Invece, in caso di sconfitta, a Pasquetta sarà n. 22. Niente male per un 19enne.
Il sogno dell’azzurro continua, e anche il nostro di vedere svettare un italiano in uno dei piu’ importanti major di tennis.
Talento puro soprattutto dal punto vista mentale. Come stile di gioco non mi entusiasma. Alla Medvedev per capirsi. Comunque se il fisico lo reggerà sarà il più prestigioso tennista italiano della storia.
E’ vero, ma non esiste un giocatore completo a 20 anni. Non si e’ ancora confrontato con i piu’ grandi del circuito. Piatti non e’ uno sprovveduto, sono sicuro che ci sta lavorando. Pero’ sono meccanismi che puoi acquisire dopo mesi di allenamento, e ora non puo’ permetterselo, e’ in pieno periodo di tornei. Ha una gran testa (alla Seppi, per intenderci), ottimi colpi, ma deve ancora acquisire la capacita’ di vincere con giocatori che lo mettono in difficolta’. E’ giovane, ha tutto il tempo per migliorare, e a dare soddisfazioni al tennis azzurro.