Nadal, il lento declino di un campione

di Andrea Lanzavecchia

Credo che in questo stranissimo 2020 e contro probabilmente l’opinione dei più, si possa dire, che Rafael Nadal ha intrapreso la strada dell’inevitabile declino.

La stessa prestazione alle recenti ATP Finals di Londra, secondo me, lo testimonia, nonostante una onorevole e faticata semifinale raggiunta.

Il declino, per i Fortissimi, inizia quando gli avversari non hanno più paura di te.
Ricordo questa sensazione, questa “sindrome” sulla pelle del mio mito John McEnroe.
Sempre forte, con importanti acuti, ma John dal 1985 al 1992, anno del suo ritiro, non vinse più un Major.

Si certo, Nadal ha vinto quest’anno il Roland Garros, per la tredicesima volta, che si vuole di più si potrà obiettare?
Eppure insisto.
Nadal ha perso reattività(quest’anno sono 34 anni) anche se corre sempre come un dannato.
Arriva quindi meno bene sulla palla, gioca troppo corto. E, soprattutto, non ha più l’istinto vincente del passato. Prima annullava palle break, set e match e alla prima occasione capitalizzava con i suoi colpi vincenti. Adesso è spesso il contrario.
Un tempo, i giocatori che lo sfidavano entravano in campo già sconfitti (come capita adesso a un dominatore come Novak Djokovic), anche se andavano avanti nel punteggio pensavano sempre che potesse rimontare. Ora è cambiato tutto: Nadal non è più il “tennista Imbattibile”, tutti credono di poterlo battere. Eppoi i giovani rampanti, si sa, non hanno rispetto.

Per sette anni (1985-1992)McEnroe è stato una presenza in campo capace di mantenere il suo affascinante stile di gioco, ma è sempre rimasto lontano dalle primissime posizioni e non è più riuscito a battere i vari Lendl, Edberg, Agassi e Becker.

Oggi Nadal è ancora un assoluto protagonista del nostro sport, ma spiace dirlo ai tanti aficionados, ma non credo che ci sia più nessuna possibilità che Nadal rivinca uno Slam, nemmeno là dove è Imbattibile a Roland Garros.

Lo stesso discorso vale anche per Federer, la finale persa a Wimbledon 2019 con due match point e servizio a disposizione è stata, lo vedrete, l’ultima grande occasione.

Il futuro resta di Nole Djokovic (1987), l’unico che sembra avere motivazioni (battere il record di Federer nei Major) e fisico per dominare il tennis ancora per due/ tre stagioni.

Poi, anche per lui sarà il rien ne va plus.

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