Il sogno austriaco del torinese, portacolori azzurro, Lorenzo Sonego, si ferma in finale. Si infrange contro Andrey Rublev il sogno di Lorenzo Sonego: il piemontese è stato battuto dal russo 6-4 6-4 nella finale del torneo Atp 500 di Vienna, l’ultimo di questo 2020. Per il russo è il quinto torneo stagionale, il terzo Atp 500 consecutivo.
Il match con Andrey Rublev è stato molto equilibrato, ma alla fine la maggiore spinta da fondo del russo, insieme con la maggiore abitudine a giocare match di questo tipo hanno fatto la differenza. “Mi prendeva sempre il tempo, veniva avanti, tanti schiaffi al volo dopo il servizio, era davvero difficile prendere in mano il gioco, è stato molto bravo – ha raccontato il torinese dopo il match -. Lui è più abituato a giocare partite di questo genere, a questo ritmo. A me manca anche un po’ l’abitudine a incontrare certi giocatori. Lui oggi ha servito e risposto meglio di me, per cui partivo svantaggiato negli scambi, dove non mi ha dato tanto spazio per esprimere il mio gioco”.
“La cosa importante oggi era prendere in mano il gioco, comandando lo scambio il più possibile, muoverlo, perché in quel modo non riesce ad esprimere tutta la potenza che scarica quando è fermo, ed evitare la diagonale di rovescio cercando di giocare di più dalla parte del diritto per aprire il campo sul rovescio. Ma soprattutto era importante giocare il mio gioco in maniera istintiva, senza farmi troppi pensieri tattici, perché per me è importante giocare in maniera istintiva servendo e comandando”.
Ci ha provato Lorenzo Sonego, ma contro questo Andrey Rublev c’era veramente poco da fare. Il torinese ha messo in campo tutto quello che aveva, testa, cuore e tanto tennis (è bene sottolinearlo), ma purtroppo per lui dall’altra parte della rete ha trovato un giocatore al momento inavvicinabile per quasi tutti. Il russo, numero otto del mondo, ha sfoderato l’ennesima prova al limite della perfezione al servizio (appena nove punti persi in tutto il match) e con il dritto ha fatto danni enormi, come suo solito. Dal canto suo Sonego ha cercato di rimanere attaccato alla partita, variando quando possibile negli scambi da fondo, ma pagato qualche errorino di troppo. In incontri come questi, il diavolo sta nei dettagli.
Rivordiamo che questo sarebbe stato un torneo che per il torinese era di fatto finito domenica scorsa con la sconfitta nell’ultimo turno di qualificazioni. Il destino gli ha concesso un’altra chance, che Lorenzo ha saputo onorare al meglio, battendo il numero uno al mondo e tenendo il campo alla pari contro il giocatore più in forma del momento.
Rublev si conferma dunque infallibile nelle finali in questo 2020 (cinque su cinque, nessuno meglio di lui) e aggiunge un settimo titolo alla sua giovane bacheca.
Con i 300 punti guadagnati con la finale, Lorenzo Sonego migliora il suo best ranking arrampicandosi fino al n.32, cosa che, ad oggi, potrebbe significare essere testa di serie al prossimo Australian Open. “Negli Slam essere nei primi 32 è molto importante, perché vuol dire che per i primi turni incontri avversari con un ranking superiore al tuo. È un obiettivo molto importante, che non mi ero posto, però è arrivato, anche se mancano ancora Parigi e Sofia, per cui bisogna vedere cosa succede in quei due tornei”.
Andrey Rublev con il successo a Vienna si è aggiudicato il suo terzo ATP 500 consecutivo ed ha staccato il biglietto per le Nitto ATP Finals di Londra. “Sono contento di aver vinto qui e che giocherò a Londra per la prima volta. Ci sono ancora tante cose da migliorare per poter competere con i Top 8, non vedo l’ora di fare quell’esperienza. Mi sento bene fisicamente, non ho giocato molto, questa settimana sono stato fortunato perché Jannik ha giocato poco e Kevin in semifinale non è riuscito a finire la partita. Mi sono allenato quattro giorni durante il torneo e un palleggio leggero venerdì, per cui non sono per nulla stanco”.
Questa vittoria in Austria ha un significato particolare per Rublev: “Ho una nonna, che è scomparsa recentemente, che era austriaca, anche se si era trasferita in Russia molto piccola e non parlava nemmeno tedesco, ma ha una sorella che abita a Vienna quindi è stato bello vincere qui”.