di Alessandro Perrone e Elena Montin
A volte i sogni diventano realta’: Lorenzo Sonego fa l’impresa nei quarti di finale dell’Atp 500 di Vienna. Il tennista torinese ha infatti battuto per 6-2 6-1 il numero uno del mondo Novak Djokovic in poco più di un’ora di gioco.
Sonego è stato capace di fare una cosa che contro il serbo non capita spesso: ha dominato la partita. Approfittando anche di un Djokovic apparso scarico mentalmente e fisicamente. Una prestazione magistrale dove a fare la differenza sono stati il diritto lungolinea e una grande solidità al servizio. Il numero uno del mondo non ha infatti mai impensierito l’azzurro durante i suoi turni alla battuta. Il risultato finale sono quattro break conquistati e una costante sensazione di essere in controllo del match.
E pensare che l’azzurro non doveva nemmeno prendere parte a questo torneo, essendo entrato nel tabellone principale da lucky loser (ripescato) dopo aver perso all’ultimo turno delle qualificazioni. In semifinale adesso incontrerà Daniel Evans, semifinalista ad Anversa sette giorni fa, che ha superato Grigor Dimitrov 7-6(3) 4-6 6-3, per due ore e tre quarti di tennis assolutamente godibile, ricco di spunti e punti giocati a tutto campo.
La favola di Lorenzo Sonego nel circuito del tennis continua.
Per il serbo, non al meglio della condizione dopo essersi garantito la prima posizione a fine anno nel turno precedente, si tratta della terza sconfitta del 2020 e del peggior k.o. in termini di punteggio dal 2005. La seconda sul campo dopo la finale del Roland Garros contro Rafael Nadal. Quello contro Djokovic rappresenta il successo più importante della carriera di Sonego.
Il torinese, alla fine della partita, visibilmente commosso e contento, ha dichiarato «Di sicuro questa è la miglior partita della mia carriera», ha detto ‘Sonny’, che con questo successo sale virtualmente al numero 35 del mondo. “Il mio inglese non è molto buono, ma posso dire che questa è stata la partita più importante della mia vita. Djokovic è il migliore giocatore del mondo, che altro dire. In questo torneo mi sto trovando benissimo: mi piacciono le condizioni di gioco che ci sono qui. E’ straordinario non trovo le parole. Quando ho realizzato che potevo battere il numero uno? Non lo so, so solo che ho giocato il miglior match della mia carriera”.
Il serbo, alla conferenza stampa ha dichiarato “La verità è che assicurarmi la prima posizione del ranking ATP fino alla fine della stagione mi ha influenzato. Questo ha condizionato totalmente il mio gioco. Sentivo di aver già raggiunto l’obiettivo per il quale sono venuto a Vienna. Non avevo le energie necessarie. Sono completamente in salute e concentrato per arrivare nelle migliori condizioni possibili alle ATP Finals di Londra” .
Djokovic ha infine voluto elogiare la prestazione di Sonego. “È stato semplicemente superiore a me in tutte le aree del gioco. È stata una partita piuttosto negativa da parte mia e positiva da parte sua. Ha meritato di vincere” .
Lorenzo Sonego è il sesto italiano dell‘era Open a farcela contro un numero uno in carica, il primo dopo Fabio Fognini contro Andy Murray nel 2017 a Roma. Non è stato il miglior Djokovic, ma sicuramente in campo si è visto miglior Sonego di sempre, capace di entrare caldissimo nel match (4-0) e poi abile non dare mai una chance al Djoker di rimettere i piedi nel match, specie in un interminabile terzo game del secondo set, quando il serbo, dopo aver incassato l’ennesimo break, ha tentato di riagganciarsi alla partita. Decisivo l’80 per cento di punti vinti con la prima di servizio da Sonego, contro la miglior risposta del circuito.
Una premessa d’obbligo: Nole Djokovic non era lui e non è per fare un torto a Lorenzo Sonego, ma è un atto di verità. Comunque, anceh se non “in forma” nel tennis bisogna combattattere e battere l’avversario: e Lorenzo lo ha fatto a testa alta, giocando il suo migliore tennis in tutta la partita, senza timori reverenziali nei confronti del serbo.
E’ logico che sia così perché se tra il n.1 del mondo e il n.42 (ora n.35) vince quest’ultimo ci sono delle evidenti responsabilità del serbo. Detto questo, è davvero ingiusto e ingeneroso nei confronti di questo “lavoratore del tennis” che la brutta prova di Nole (sicuramente appagato con certezza di concludere l’anno da n.1 del mondo) oscuri quanto fatto dall’azzurro. Sì perché per infliggere la peggior sconfitta in carriera nei match giocati al meglio dei tre set a livello ATP a Djokovic dei meriti ci sono. Una prestazione da 26 vincenti complessivi, tenendo in campo tantissime risposte e concedendo appena quattro errori non forzati di rovescio. Servizio continuo e devastante; dritto inside-in efficace, grande testa nei momenti più delicati, come nel 4° gioco del 2° set. Onore a Lorenzo per la ottima prestazione.