Professione scuse: le chicche migliori

di Attilio Galvani

Capita spesso che i Giudici Arbitri si ritrovino ad assistere da spettatori ad un torneo e in quelle occasioni si finisce di parlare dei tornei da poco diretti, menzionando così problematiche e situazioni difficili da risolvere.

Una cosa che viene spesso citata è la difficoltà sempre maggiore di definire gli orari di gioco che da quando è passata l’idea della disponibilità è diventata una contrattazione oramai anche sul quarto d’ora.

Questo per piccoli spostamenti di orario, ma cosa fare per spostare i giorni quasi sempre per concomitanza con altri tornei?

A parte il fatto che i giocatori si guardano bene dal far sapere che sono impegnati in un altro torneo, e pertanto il G.A  che ha programmato i turni del suo torneo magari da giorni, si trova all’ultimo momento a spostare match ad orari già pubblicati.

E poco importa che a dirlo siano giocatori arrivati al circolo alle 19.00 per giocare dopo un’ora, che diventano 2 causa ritardi terminando la partita a mezzanotte e 10, e solo allora sbigottiti ti dicono:  “come devo giocare domani?  ma domani sono a Milano per lavoro!”

Inutile far presente che era qui alle sette di sera e poteva dirlo prima, sei certo che ti citerà la scaramanzia  il tennista non chiede mai l’orario successivo!

Ma lasciamo perdere le piccolezze e riportiamo invece delle scuse più simpatiche raccolte in anni di pellegrinaggio sui vari campi di gioco.

Saltiamo ovviamente quella della nonna morta, che chi di noi ha un pò di memoria ricorda di nonne morte anche decine di volte.

Tuttavia proprio sulla nonna ricordo con mia figlia quella volta che dovendo giocare per forza i quarti la domenica per finire il torneo entro martedì, mi trovai un giocatore che disperato mi raccontò di non potercela fare in nessun modo perchè la domenica doveva festeggiare i 100 (100) anni della nonna con la famiglia e i parenti venuti a festeggiarla da tutta Italia. Che cuore avrebbe mai potuto negare a una nonna così la gioia della famiglia riunita per una ricorrenza simile? Il fatto però è che la cosa deve essere piaciuta così tanto che per successivi due/tre mesi tutti i tennisti dovevano festeggiare la domenica con la nonna centenaria.
Ma possibile che i tennisti avessero tutte queste nonne centenarie da festeggiare?
Ma prima non dovevano andare ai loro funerali?

Una tra le più simpatiche è stata quella della visita medica scolastica agli occhi, per cui al torneo di Cittadella non riuscivo mai a combinare gli orari con i bambini che non erano disponibili né presto (visita) né tardi (atropina) da far impazzire.
Finito in qualche modo il torneo la settimana successiva vado a trovare al Garden Abano l’amico e G.A. del torneo che come mi vede si mette ad urlare “basta, non ne posso più di tornei giovanili, hanno tutti problemi e non riesco a venirne fuori” citandomi poi il problema delle visite a scuola agli occhi.
A questo punto gli ho chiesto di darmi i nomi di chi erano, ed è inutile dirvi che erano esattamente gli stessi della settimana prima a Cittadella.

Quando una scusa funziona viene utilizzata da tutti senza problemi, magari nessuno dei genitori si aspettava che il G.A. di Cittadella si sarebbe trovato la settimana dopo ad Abano.

Che dire poi dei genitori che sono anche G.A. che ti indicano ai campionati regionali “no sabato e domenica per campionato a squadre” (come G.A. doveva sapere che non c’è nessun rapporto tra tornei e campionati a squadre) quando poi il figlio era a Capodistria per un torneo ETA facilmente verificabile sul portale internazionale.

Ormai grazie a internet si conosce tutto, e se un G.A. vuole sapere dove si trova un giocatore iscritto al suo torneo che presenta problematiche, può verificare facilmente la verità.

Simpatico raccontare del genitore che non può accompagnare il figlio perché impegnato in cantiere anche se poi lo ha iscritto contemporaneamente a Bassano, Dueville e Padova perché basta guardare sul portale tornei e scoprire che all’ora che lo avevi programmato stava già giocando nell’altro torneo.

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