L’eredità di Flushing Meadows

di Andrea Lanzavecchia

Archiviata una edizione non straordinaria degli Open degli Stati Uniti, come ne esce il tennis italiano?

Se dal lato femminile, c’è un buio che durerà temo, un decennio, grandi speranze ci  regala il tennis maschile.

Personalmente non credo valga la pena soffermarsi più di tanto su Fabio Fognini, incostante e nel complesso piuttosto sopravvalutato.

Fognini a parte (direte voi “dici poco!”) l’exploit ad Aprile a Montecarlo non mi è sembrato pervenuto, forse condizionato anche da una caviglia che dovrà trovare il coraggio di operare.

Chi ci fa sognare è Matteo Berrettini non tanto e non solo per il risultato a New York, ma perché per caratteristiche tecniche, di adattamento del suo tennis alle superfici appare il più attrezzato ad una scalata che potrebbe portarlo, stabilmente tra i primi 15 giocatori del mondo.

Quest’anno complice anche qualche illustre infortunato(l’ultimo il buon Ken Nishikori) Matteo può davvero arrivare a Londra per le ATP Finals, sarebbe un risultato a mio parere più importante di una semifinale Slam(Cecchinato, infatti, insegna).

Se l’umiltà, e il fisico tengono(attenzione alle gambe secondo me il punto debole) Matteo è sicuro protagonista del tennis mondiale per i prossimi 10 anni.

Cecchinato, anche nell’attuale tour asiatico continua a dimostrare che gli manca qualcosa per stare lassù, Lorenzi l’immortale, ci insegna sempre che se non hai talento devi avere tanta tanta, grinta e voglia di lottare ed allenarsi umilmente ore sul campo di tennis per restare competitivo.

Sonego ha tutto per entrare stabile tra i top 30, ma i risultati ancora deludono nel suo complesso, ma il ragazzo è con la testa sulle spalle guidato da un ottimo coach, il futuro è suo.

Seppi, una carriera incredibile alle spalle, in rapporto al suo talento, un anno sembra poterlo ancora fare  in modo dignitoso. E poi c’è Sinner, il Prescelto molti dicono del nostro tennis, aspettiamo è davvero troppo presto per esporsi, per sognare abbiamo già Berettini, e per bestiemmiare Fognini, non è poco.

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