Incredibile finale tra due alieni nel tempio del tennis londinese: A volte e’ un peccato non esista il pareggio

di Alessandro Perrone

Sala stampa del torneo di Umago, dove ero per vedere le qualificazioni del 250 (di cui parlero’ in un prossimo articolo), seduto a guardare la finale che e’ l’epilogo del torneo di Wimbledon. Sono le 15, e tutto e’ pronto, si vedono i giocatori entrare in campo, con il loro completino da angelo bianco.

Prima di raccontare la partita, le sensazioni che ha dato, diamo il risultato, cioe’ la vittoria del serbo Nole Djokovic sull’elvetico Roger Federer al termina di una lunga battaglia di quasi 5 ore. Solo il tie break del quinto set (da quest’anno gli organizzatori hanno introdotto la regola che al quinto set, dopo il 12 pari, invece di andare ad oltranza, si fa un tie break) ha fermato questa partita. il punteggio finale e’ 76 16 76 46 13-12

Il serbo trionfa sull’erba londinese per la quinta volta nella finale piu’ lunga di sempre: ci sono voluti 4 ore e 57 minuti per permettergli di alzare la coppa di Wimbledon per la quinta volta.

E’ stata una partita si una intensita’ unica: i due gladiatori si sono scontrati sull’erba senza esclusioni di colpi.

Partita vinta con pochissimi colpi di differenza, con occasioni non sfruttate da parte dell’elvetico. E’ facile scrivere queste cose, bisogna essere sul campo e prendere delle decisioni.Si puo’ definire la partita dei SE.

Se Federer avesse approfittato dell’unica palla break disputata nel primo set (sul 2-1 per lui). Se Federer avesse vinto il tie-break di quel set in cui è stato avanti 5-3 e non avesse sbagliato il dritto del 6-3. Se nel terzo avesse trasformato il set point conquistata con quella prodigiosa volée ma fosse riuscito a togliersi dall’ombelico il servizio a 191 km orari sparatogli dal serbo. Beh, sarebbe stato tre set a zero. Oppure… se, sull’8-7 al quinto, avesse messo una prima sul primo match point, oppure se avesse evitato di presentarsi a rete dietro un attacco poco deciso sul dritto di Djokovic per farsi infilare da quel cross… se, tutti questi se, ora saremmo a celebrare il nono Wimbledon di un campione infinito e un gap di 3 Slam fra lui e Rafa, fra Rafa e Nole..

Il tennis e’ uno sport duro, e’ uno sport in cui la matematica non porta alla vittoria. È difficile capire come abbia fatto Federer a perdere questa partita. Lo svizzero ha vinto 218 punti, 14 in più di Djokovic; ha vinto 36 game, contro i 32 del serbo; non ha mai chiuso un set senza vincere almeno 6 game. Possiamo continuare ancora: ha servito 16 aces più di Djokovic (26 a 10), ha avuto una percentuale migliore di punti vinti sia con la prima (78% contro 74%) che con la seconda palla (52% contro 50%). Ha vinto ovviamente più punti a rete (78% a 63%), e in maniera meno ovvia ha vinto più palle break (13 a 8) , sia in assoluto che in percentuale. Ha tirato 40 vincenti più di Djokovic (94 a 54), e se anche questo in qualche modo potevate aspettarvelo, sarete forse più sorpresi di sapere che ha fatto appena 10 errori non forzati in più, ha fatto piu’ punti in ricezione (79 a 63), ha fatto piu’ break (7 a 3), ha fatto meno doppi falli (6 a 9)

Abbiamo parlato della partita dell’elvetico, ma vogliamo anche parlare del serbo?  Nole ha giocato i punti importanti nel migliore dei modi, prendendo sempre le decisioni giuste al momento giusto. Ha mostrato una prestanza fisica e mentale che, nel circuito, non credo abbia nessun altro.

I tre tie break giocati in maniera quasi perfetta, rincorrendo punto per punto e ribattendo i “missili terra-aria” provenienti dalla racchetta di Re Roger.

Solo un Fantastico Nole avrebbe potuto battere Federer nella giornata di ieri, con tutto, o quasi, il pubblico che era dalla sua parte. Tutti avrebbero voluto il suo nono successo, ma onore al serbo e al suo quinto sigillo.

Il segreto di Nole? “Mi ero ripromesso di restare calmo, avevo predetto l’atmosfera, lo scenario, mentalmente è stato il match più esigente di sempre, per me, più della famosa finale contro Rafa a Melbourne, 5 ore 53’, del 2012. Quando la gente inneggia a Roger io fingo di sentire la parola Novak… Sono due nomi simili, no? E magari fra cinque anni, se continuo così, se avrò ancora lo stimolo per giocare, sentirò gridare “Novàk, Novàk”.

Novak Djokovic, per celebrare la sua quinta vittoria a Wimbledon, al termine di una delle finali più belle di sempre, di sicuro la più lunga della storia, è rimasto quasi impassibile. Dopo che la palla è schizzata in aria, su un’insolita stecca di dritto di Federer, Nole ha abbassato la testa e si è incamminato verso la rete. Mentre il padre e la madre saltavano paonazzi, Djokovic gli rivolgeva un sorriso sarcastico. «Non ho festeggiato perché è stato un sollievo», ha detto dopo. Dopo aver salutato l’arbitro, Djokovic si è concesso un’esultanza rabbiosa, prima di chinarsi a mangiare un ciuffetto d’erba e annuire come per approvarne il gusto: «Persino più buona del solito», ha detto a denti stretti.

Cito il commento a caldo di un mio amico: “La forza dell’eleganza contro l’eleganza della forza, la classe innata contro il fisico dominante, il re dell’erba contro l’alieno del tennis. La colpa di Djokovic è di essere arrivato un attimo dopo. Comunque tardi. La sua esistenza rischia di far riscrivere l’epopea di Federer-Nadal cominciata senza di lui, una storia d’amore che si vorrebbe infinita. Djokovic non era previsto nella narrazione di questa età d’oro del tennis.”,

Una curiosita’ mediatica sulla finale.

La Finale di Wimbledon tra Roger Federer e Novak Djokovic, in diretta esclusiva dalle 15.10 circa alle 20.08 (la più lunga della storia del torneo londinese), visibile anche in 4K HDR su Sky Q, ha avuto un’audience media record di 760.685 spettatori, con il 6,16% di share e 2.323.943 spettatori unici. Si tratta della Finale più vista di sempre su Sky Sport davanti a quella del 2015 sempre tra lo svizzero e il serbo, vista allora da 465 mila spettatori medi.

In particolare il 5° set tra le 18.10 e le 20.08 è stato seguito da 965.075 spettatori medi (7,62 di share e 1.816.807 contatti unici), mentre i 9 minuti del decisivo tie-break del quinto set (19.59-20.08) hanno incollato davanti alla tv 1.126.627 spettatori medi, con il 7,43% di share e 1.284.337 spettatori unici.

Da segnalare anche lo “Studio Wimbledon” prima e dopo l’incontro, con 226 mila spettatori medi per il pre match e 238 mila al termine della sfida.

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