WIMBLEDON 2019 – Il ritiro del corsaro

di Massimo D’Adamo

Emilio Salgari ne avrebbe fatto un corsaro, De Foe un naufrago! Il viso è quello giusto e poi sembrano esserci affinità elettive tra Marcos Baghdadis e i grandi navigatori, quelli che, armati di coraggio, lasciavano il sicuro per sfidare l’improbabile. Ancora adolescente, il cipriota lascia Limassol e fa rotta su Parigi dove apprende i segreti per solcare il pelago del tennis. Tagliando onde come si conviene, a fine 2003 assume il comando della classifica juniores e, cambiata velatura, affronta le acque del professionismo.

Navigando costa costa, conduce arrembaggi di successo nei tornei challenger e nel 2005 getta l’ancora negli ottavi dell’Australian Open e in finale a Basilea. Il periplo 2006 inizia con i quarti a Doah destinazione Oceania dove arriva come n. 54 del mondo fino allora conosciuto. A Melbourne si aggira con successo tra infide secche per infrangersi soltanto in quell’ ultimo scoglio dal quale Roger Federer sprizza grande sapienza marinara.

Dopodiché,vento in poppa, il moderno Ulisse, naviga per lunghi anni nel grande arcipelago dell’ATP facendo bottino di 4 titoli e dieci finali. Nel momento di miglior grazia, attraccherà al molo 8 del ranking mondiale.

Dopo lungo migrare, ora è tempo di ritiri e il corsaro sta entrardo in rada per ammainare le ultime bandiere. Riposerà sugli allori e come un buon lupo di mare avrà di che raccontare a chi vorrà cimentarsi lungo le sue orme.

Leggenda e mitologia aleggiano su Cipro e narrano che dalla spuma delle sue acque nacque Venere. Forse è vero, ma fuori dal surreale è lecito pensare che sulla scia di Capitan Marcos, altri corsari nasceranno pronti a salpare per arrembare il grande tennis.

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