Auguri Tennis: 145 anni ma non li dimostri!!!!

di Alessandro Perrone e Elena Montin

ggi voglio occuparmi di un anniversario particolare, non parlero’ di giocatori o giocatrici, ma di quello che accomuna tutti quelli che seguono questo blog: il Tennis.

23 febbraio 1874, e’ una pietra miliare per il gioco del tenni: è la data in cui il Maggiore inglese Walter Clopton Wingfield decise di depositare questa nuova invenzione, consistente in un campo trasportabile nuovo e perfezionato per giocare l’antico “Jeu de Paume” (gioco della Pallacorda), alla “Chambre des métiers” di Londra.

Nella lingua inglese la parola Tennis significa “jeu de paume” (gioco della Pallacorda), mentre con il termine lawn-tennis si identifica il gioco del tennis modernamente inteso.

A partire dal 1863, quando i suoi impegni professionali presso il primo reggimento di Dragoni della Regina Vittoria non lo costringevano alla forzata lontananza dalla madrepatria, iniziò a praticare una specie di tennis su un terreno appositamente realizzato nella sua residenza di Londra, a Landsdowne House.
Ora, chi sia l’effettivo inventore del tennis è difficile da stabilire. Ma ciò che si può dire con estrema certezza è che il Maggiore Walter Clopton Wingfield depositò i principi base del suo svago preferito presso l’Ufficio della Commissione delle licenze, e questo atto ufficiale consegnò il suo nome alla storia. Era il 23 febbraio 1874.

Il mese successivo venne pubblicato un “manuale” che comprendeva le modalità d’impiego di questa invenzione, che venne battezzata dallo stesso Wingfield: il gioco di “Sphairistike”. Con questo termine gli antichi greci comprendevano tutti i giochi di palla.

Il brevetto del Maggiore Wingfield, protetto per tre anni, consisteva in un equipaggiamento (al prezzo di vendita di 5 ghinee) che comprendeva:
– alcune palline da gioco;
– quattro racchette;
– una rete;
– le istruzioni per l’uso di tutti questi accessori.

Per giocare, ovviamente, era necessario disporre di un manto erboso su cui tracciare le linee che demarcavano l’area di gioco, la cui forma era simile ad una clessidra in quanto si restringeva notevolmente all’altezza della rete predisposta al centro del campo.
All’epoca non esistevano delle regole di gioco precise e codificate, lasciando spazio alla fantasia e all’interpretazione personale dei giocatori. Nelle stesse “Istruzioni per l’uso” veniva semplicemente “consigliata” una lunghezza del campo di 18 metri e 29 con la linea di fondo lunga 9,14 metri e la rete di 6,40 metri. Infine, il rettangolo del servizio non era altro che una specie di rombo posizionato al centro del campo di gioco con la rete che si elevava ad 1 metro e 42 dal suolo.

Presto l’alta società dell’epoca vittoriana si lascerà trasportare dalla frizzante brezza dell’entusiasmo per dedicarsi a questo nuovo e fantasioso svago. Ed il Maggiore Wingfield, abile e astuto commerciante, sfruttò appieno la situazione. Nel 1875 fece pubblicare una lista di personalità che avevano acquistato il suo “Sphairistike”, e tra queste risultavano: 11 tra Principi e Principesse, 7 Duchi, 14 Marchesi, 54 Conti, 6 Contesse, 105 Visconti e 41 Baroni. Non c’è che dire, siamo in presenza di un abilissimo “uomo marketing”.

Tratto da: “LA FABULEUSE HISTOIRE DU TENNIS” di Christian Quidet – Edizione O.D.I.L. – Parigi 1979

Wingfield prese in prestito parole ed espressioni francesi per la nomenclatura del suo gioco:

  • deuce (usato per indicare il 40 pari), deriva da à deux le jeu, che significa “a entrambi il gioco”.
  • love (usato nei punteggi per chiamare lo zero), deriva da l’oeuf, che significa “uovo” e che simboleggia la forma dello zero.

L’inusuale convenzione di segnare i punteggi con 15, 30 e 40 ha sempre suscitato la curiosità degli esperti. Una teoria annuncia che si tratti dei quarti d’ora segnati per prendere il tempo (il 40 deriva da un accorciamento); un’altra invece sostiene che la traduzione francese (quinze, trente et quarante) sia orecchiabile e che quindi il punteggio fosse una sorta di ritornello. Un’altra ancora avanza l’ipotesi che i punteggi si riferiscano ai soldi che venivano scommessi durante le vecchie partite di pallacorda (15 soldi equivalevano a un denaro d’oro).

Auguri Tennis, 100 di questi giorni

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