di Alessandro Perrone
Ho sempre pensato che lo sport insegna ad affrontare due situazioni importanti e con le quali quasi tutti dobbiamo confrontarci, insegna a vincere e insegna a perdere, in altre parole insegna a vivere. E io sono contento della mia vita (Rino Tommasi)
Oggi compie 85 anni l’uomo simbolo del giornalismo sportivo, Rino Tommasi. L’uomo che ha saputo raccontare lo sport come nessun altro. Le sue telecronache hanno portato lo sport nelle case degli italiani elevendolo a livello di epica, attraverso 13 Olimpiadi, 150 tornei del Grande Slam e 400 incontri di pugilato validi per il titolo mondiale
Rino Tommasi è nato a Verona il 23 febbraio 1934. Buon giocatore di tennis, ha raggiunto la classifica di seconda categoria nell’arco della sua carriera durata dal 1951 al 1972, vincendo anche due medaglie di bronzo alle universiadi (in singolo e in doppio misto) e quattro titoli italiani studenteschi.
A livello giornalistico, l’esordio a soli 19 anni sotto la guida di Luigi Ferrario, quindi il passaggio alle più grandi testate nazionali, sportive e non, e la pubblicazione del magazine Tennis Club. Rino Tommasi è stato insignito in carriera di due Premi Coni. Numerosi per lui i riconoscimenti anche a livello internazionale con due Atp Award e persino una menzione del Cio, consegnata durante i Giochi di Londra 2012 per essere fra i giornalisti con più Olimpiadi seguite all’attivo.
Innamorato dello sport in quanto tale – prima ancora che di boxe, o tennis, o calcio – lo ha praticato, lo ha promosso, lo ha raccontato, lo ha commentato, dedicandogli tempo, intelligenza, energie, studio, talento.
Da giornalista ha seguito 13 edizioni dei Giochi Olimpici, per la televisione ha commentato più di 400 incontri valevoli per un titolo mondiale di pugilato, 7 edizioni del Super Bowl e oltre 150 tornei del Grande Slam di tennis. Ha pubblicato inoltre numerosi annuari su tennis e pugilato, tra cui “Storia del tennis” (Longanesi) e “La grande boxe” (Rizzoli), vincendo per due volte il Premio di letteratura sportiva del Coni.
Nel 1982 e nel 1991 gli è stato assegnato dall’ATP il Premio “Tennis Writer of the Year”, riconoscimento che ha sempre modestamente sminuito in quanto, a suo parere, era risultato vincitore solo perché “i numeri non hanno bisogno di traduzione”. Ha ricevuto anche una menzione del CIO, consegnata durante i Giochi di Londra 2012 per essere fra i giornalisti con più Olimpiadi seguite all’attivo.
Celebre sono le sue frasi sul mondo del tennis, frasi descritte nel libro “I circoletti Rossi” (potete leggere l’articolo su questo libro al seguente link https://www.ilblogdeltennis.it/ubaldo-scanagatta-racconta-rino-tommasi-in-circoletti-rossi/).
Ma come e’ nato il “circoletto Rosso”? Rino tommasi in un intervista ha detto ““Un bel punto oppure un punto importante, la qual cosa non sempre coincide. Ho avuto modo dire più volte che durante le mie telecronache avevo l’abitudine di consegnare a qualcuno dei miei collaboratori, di solito Elena Pero, i miei appunti. Evidenziavo con un circoletto rosso quei puntini che per abitudine mi aiutavano a seguire il punteggio. Era un modo per agevolare il compito di chi avrebbe poi dovuto estrapolare materiale per notiziari e altri servizi”
Tommasi dice inoltre ““L’idea mi è stata suggerita da una coppia di fidanzati, attenti spettatori delle mie telecronache. Hanno registrato alcune mie battute e me le hanno inviate. I lettori del sito di Ubaldo hanno fatto il resto nel raccoglierne ancora. Sono divisi anno per anno, partita per partita”.
Ubaldo Scanagatta dice di lui “un giornalista con la passione dei numeri, delle statistiche, con l’abilita’ di idearle e la capacità inconsueta di interpretarle come nessuno con grande personalita’ e coraggio”.
Un uomo fuori dal comune, stimato in tutto il mondo, l’unico “non americano” che veniva invitato nelle trasmissioni durante gli US Open per interviste e statistiche sul Tennis. Lo sport era la sua passione, tennis, boxe erano il suo pane quotidiano. Il Trio delle meraviglie, con Gianni Clerici e Ubaldo Scanagata con cui abbiamo passato ore a vedere gli incontri: loro erano a migliaia di kilometri di distanza, ma sembrava, con il loro modo di vedere e commentare gli incontri, che fossero sul divano vicino a noi.
Rino Tommasi detto in America “The Bible, the last word”.
Senza delle sue telecronache forse il tennis non sarebbe cosi’ famoso e bello.
Di lui Gianni Brera ha scritto: “Stimo Rino Tommasi, uno dei più culti giornalisti sportivi in assoluto, un cervello essenzialmente matematico però capace di digressioni epico-fantastiche quali consente uno sport come il pugilato. Io lo chiamo professore senza la minima ombra di esagerazione scherzosa”.
Voglio ricordare il momento in cui io ho incontrato Rino Tommasi, ero agli internazionali di Italia e quando lo ho intravisto venire verso di me mi sono permesso di chiedergli se voleva farsi una foto con me. Lui con il suo sorriso mi guarda e mi dice “io la foto la faccio volentieri, ma non so se insieme veniamo nella foto”.
Questo e’ Rino Tommasi, un uomo che ha fatto dell’intelligenza sportiva e dell’ironia la sua arma per fare innamorare gli sportivi (con la “s” minuscola) come me a questo meraviglioso SPORT.
Buon compleanno Rino.