Circuito Challenger e Futures 2018

di Alessandro Zijno

Sarà rivoluzione nel 2019, con l’introduzione del Transition Tour, che darà punti ATP solo a chi partecipa ai tabelloni principali dei Challenger e a chi arriva in finale nei 25mila$ (o in semi per quelli con ospitalità). La scelta è stata fatta dai vertici del tennis internazionale per limitare il numero di professionisti e portarli intorno ai 750. Sinceramente non se ne vede la ragione o almeno i vantaggi. I tornei Futures continueranno ad esistere e daranno, come vedremo dopo nelle tabelle, dei punti ITF utilizzabili nelle qualificazioni dei Challenger. Anche per gli Juniores ci saranno dei posti riservati nei tabelloni. Il tutto in teoria dovrebbe favorire l’ingresso dei più giovani nei circuito ATP, ma temo che se ne avvantaggeranno solo quelli davvero più forti e più maturi che sarebbero saliti ai vertici anche senza questa rivoluzione come capitava già ai vari Tsitsipas o De Minaur. Per molti ragazzi che oscillano tra la posizione 700 e 1500 del ranking sarà una sorta di condanna sportiva all’anonimato, col rischio che molti perdano interesse o demordano. Questo in realtà è una perdita non solo per loro stessi che vedono frustrati gli impegbi e gli investimenti fatti nel tempo, ma lo è anche per tutti noi, perché questi ragazzi magari resteranno nell’ambiente come allenatori o Coach o semplici Maestri e avrebbero riportato nel tennis di base una esperienza enorme e fondamentale. Girare il circuito regala una sorta di soft skills che non sono riproducibili solo con i corsi o i libri. Regala competenze legate all’empatia, all’inteligenza emotiva, alla capacità di credere nel lavoro e allo stesso tempo accettare che potrebbe non bastare impegnarsi al massimo; rende i ragazzi, futuri medici, avvocati, o maestri, o imprenditori, comunque papà e mamme, abituati alla frustrazione e a concetti base come la pazienza e il saper rimandare la gratificazione.

Come cambiano Ranking, Challenger e Futures da gennaio 2019 con il Transition Tour

Una rivoluzione, questa dell’ITF Transition Tour, che scatterà dal 2019, voluta dalla Federazione Internazionale per limitare il numero di giocatori Pro a circa 750 uomini e altrettante donne. Il punto è che si è trovata forse una strada troppo contorta per un obiettivo nobile ma velleitario: permettere a tutti i tennisti professionisti di vivere decentemente con l’attività agonistica internazionale. E per ottenere questo obiettivo era necessario diminuire il numero dei Pro. Fino ad oggi solo i primi 100 maschi e le prime 100 femmine possono dire di guadagnare bene; chi galleggia tra i 100 e i 200 del ranking può permettersi solo qualche viaggio in più e forse un accompagnatore, rispetto a chi sta addirittura fuori dai 200 che fa una fatica tremenda a finanziarsi l’attività. Tutti quelli che non riescono ad entrare assiduamente nei tabelloni almeno dei tornei 250ATP si tengono a galla attraverso gli Open e i campionati a squadre come serie A o Bundesliga. Questo stato di cose fa sì che il ricambio ad alto livello sia difficile: ecco spiegato il motivo di tanti 30enni in Top 100 oltre all’ovvio fattore di allenamenti sempre più scientifici che aumentano naturalmente i limiti di età per essere competitivi. Un Leo Mayer, l’argentino, che è numero 51 ATP può permettersi di investire su se stesso (coach, fisio, strutture di allenamento, viaggi) molto di più del tunisino Moez Echargui, 421 del mondo, grintosissimo e molto motivato ma privo di risorse economiche che lo mettano alla pari degli altri. Per ovviare a tutto ciò si è pensato di cambiare le strutture dei tornei professionistici creando ex novo un Tour secondario, appunto l’ITF Transition Tour, destinato a fare da cuscinetto tra il circuito PRO vero e proprio e quello Junior. Non è da sottovalutare la scelta della Federazione Internazionale di riservare dei posti ai migliori Juniores iscritti nei tabelloni principali dei tornei professionistici con questa riforma. Un innovazione senza dubbio gradita agli addetti ai lavori e ai giocatori in particolar modo è quella di disputare tutti i tornei in 7 giorni, in modo da evitare anche sovrapposizioni tra le fasi finali di un torneo e le quali di quello successivo. Quindi tutti i tornei da lunedì a domenica, e con ospitalità garantita a tutti nei Challenger. Meno gradita (ma conseguente a ciò che detto sopra) è la scelta cervellotica di avere un tabellone di qualificazione dei Challenger di soli 4 giocatori (con due qualificati poi nel main draw, che sarà di 48 giocatori).


L’impressione è che alla fine della fiera si sia fatto un favore a chi è già più avanti nel ranking, “cambiando tutto per non cambiare niente” come ne “Il gattopardo”. Ciò che si sussurra tra i campi dei Futures e Challenger è che i Top Players siano più tutelati e i giocatori che vogliano emergere incontreranno ancora maggiori difficoltà, se già non ce ne fossero abbastanza. Le Federazioni nazionali avranno ancora maggiore potere per due motivi: innanzitutto un numero maggiore di Wild Card nei Challenger che diventano 5 nel tabellone principale (più 1 nelle quali che con una sola gara da giocare dà statisticamente il 50% di possibilità di entrare nel main) regala alle Federazioni Nazionali un controllo ancora superiore. Entrare nei tabelloni principali dei Challenger ovviamente diventa fondamentale per trovare soldi e punti ATP. In più i posti riservati (nei 15mila$) ai migliori Junior in classifica di categoria alla fine vanno a vantaggio di quei ragazzi che hanno maggiori possibilità economiche, o per la famiglia, o per gli aiuti federali che gestiranno ancora più da vicino i migliori prospetti giovanili. Immaginando una settimana tipo con 3 Challenger (i rumors dicono che aumenteranno) chi è fuori dai 300 ATP faticherà ad entrare nel main draw.

PUNTI e RANKING
Andiamo adesso nel dettaglio dei Punti e dei Ranking.
Daranno punti ATP solo i tornei dello Slam, i Master1000, i 500 e i 250 ATP, e i Challenger (ma non le quali dei challenger stessi). I Futures 25mila$ daranno punti ai finalisti (e ai semifinalisti per quelli con ospitalità) solo nel 2019. Tutti i punti ottenuti nel 2018 saranno così convertiti (vediamo la tabella).

Tutti gli altri punti ATP ottenuti saranno convertiti e traslati nel Ranking ITF del Transition (ITF Entry Point).

Decisiva è anche la composizione dei tabelloni che come possiamo osservare diventa più complessa essendoci 2 classifiche (più il ranking Juniores).

Challenger: Main Draw 48 giocatori. 37 Accesso Diretto (DA) in base alla classifica ATP (e in seconda analisi ITF Ranking); 4 riservati ai migliori iscritti dell’ITF Entry Point.; 2 qualificati (i 4 ammessi alle quali sono 1 Wild Card e i 3 migliori esclusi dell’ITF Entry Point); 5 Wild Card per il main draw.


ITF 25mila$: Main draw da 32 giocatori. 17 diretti, 5 ITF Entry Point, 4 WC, 6 qualificati (tabellone da 24 con 4 WC)


ITF 15mila$: Main draw da 32 giocatori. 17 diretti, 5 Junior Ranking, 4 WC, 6 qualificati (tabellone da 24 con 4 WC).


Nei Futures da 25mila$ e 15mila$ non potranno giocare top 100 ATP, mentre i classificati tra la posizione 101 e 150 potranno entrare solo come Wild Card.
Tabella punti.

Conteranno i migliori 18 tornei per le classifiche ATP
Conteranno I migliori 14 tornei per le classifiche ITF

 

Prostejov in Cekia e Braunschweig in Germania sono stati forse i Challenger più amati dai tennisti, insieme al nostro città di Caltanissetta e all’AON Open Challenger di Genova, e concorreranno al titolo di miglior Challenger del mondo. In Asia i tornei sono diventati sempre più ricchi e dispensatori di punti, in realtà sbilanciando un po’ la classifica ATP in favore ai tennisti che frequentano l’oriente. Del resto l’asse economico tennistico si sta spostando verso quei territori con una spinta enorme di Cina, India, Sud Corea, Giappone. Solo il Giappone possiede il grande campione, Kei Nishikori, ma le altre nazioni si stanno attrezzando importando tecnici europei e americani. Quando la Cina avrà il campione maschile, dopo LI NA nel femminile, il mercato vivrà un vero e proprio boom.

L’Australia e gli Usa sono le nazioni con il numero maggiore di titoli vinti nel singolare, 17 titoli, al terzo posto noi azzurri con 14 successi.

Veniamo ai migliori 10 tennisti che si sono evidenziati nei Challenger, i migliori 3 azzurri, e i 5 emergenti che pensiamo possano fare grandi cose nel 2019.

 

  • Reilly Opelka, statunitense, 21 anni, 98 ATP

Tantissimi piazzamenti più 3 titoli Challenger vinti, Bordeaux su terra, Knoxville e Champaign sul veloce indoor. Stagione fenomenale per lui. E’ un giocatore alla Isner, alto 211 cm, con due passi copre il campo, schema preferito servizio-diritto con i quali vince la maggior parte dei punti. Quasi impossibile da brekkare quando serve bene. Può fare molto bene nello Slam americano e nei tornei statunitensi in genere, è atteso come protagonista anche agli imminenti Aus Open.

  • Jordan Thompson, australiano, 24 anni, 72 ATP

Tennista da lotta, fighter, adatto a più superfici, da almeno 3 anni è in zona top 100, il che gli regala la possibilità di finanziarsi l’attività ed andare pienamente in attivo. Ben 12 piazzamenti almeno in semifinale in stagione, con 3 Challenger vinti, tutti sul veloce. Thompson confermerà la classifica anche nel 2019 e potrebbe fare anche qualcosina in più.

  • Guido Andreozzi, argentino, 27 anni, 80 ATP

Atteso ora sui tornei in terra anche a livello ATP, sarà difficile mantenersi a questi standard di prestazione, potrebbe fare benino a Parigi, per il resto prevedo un ritorno presto ad una posizione di rincalzo rispetto alla top 100. Quattro comunque i Challenger vinti in questa stagione dall’argentino dotato di un gioco abbastanza piatto che in teoria sarebbe utile anche sul veloce.

  • Prajnesh Gunneswaran, indiano, 29 anni, 104 ATP

L’indiano per molti anni, almeno fino ai 25, non ha puntato sul suo tennis provando anche a studiare e a costruirsi un piano B. Pian piano finalmente ha trovato la sua dimensione e in questa stagione ha spopolato, vincendo 3 Challenger e giungendo anche alla finale nell’ultima settimana dei tornei a Pune. Nel 2018 ha un parziale di 29 vittorie e 17 sconfitte davvero entusiasmante. Tuttavia pur ormai vicino alla top 100, sarei sorpreso di vederlo nei tabelloni degli Slam molte volte nei prossimi anni. Può sorprendere sull’erba di Wimbledon che gli piace molto. E’ un mancino con un servizio non potente ma preciso.

  • Christian Garin, cileno, 22 anni, 84 ATP

Garin sarà la rivelazione del 2019, secondo me uno dei protagonisti dei prossimi Roland Garros, un toro dotato di un talento formidabile, allenatosi in Spagna per diverso tempo ed ora sotto le grinfie del Coach Argentino Andres Schneiter. Diritto incredibile, arrotatissimo e pesantissimo, gambe fenomenali, sarà un futuro top Player, ora che ha trovato una sua identità. Pochi lo sanno ma ha il doppio passaporto cileno e italiano, in virtù della sua mamma Claudia Medone di origini liguri.

  • Vasek Pospisil, canadese, 28 anni, 70 ATP

Tennista che è stato anche numero 25 del mondo, poi è un po’ calato uscendo addirittura dalla top 100 e in questa stagione ha provato un rilancio parzialmente riuscito con 2 Challenger vinto, entrambi indoor hard. Servizio potente e gioco d’attacco le sue caratteristiche. Sicuramente con un buon sorteggio potrebbe fare bene già agli Aus Open, primo slam della stagione. Tennista da tenere d’occhio per il 2019, senza fare chissachè potrebbe salire qualche posizione in classifica avvicinando la top 50.

  • Bradley Klahn, statunitense, 28 anni, 77 ATP

Tennista che si farà valere in particolare nei tornei del continente nord americano, in particolare sl cemento dove è nato e cresciuto. Non più giovanissimo sta tornando ai suoi livelli, intorno alla posizione 70 del ranking. Ha vinto due tornei sul cemento in questa stagione.

  • Hugo Dellien, boliviano, 25 anni, 117 ATP

Frequentatore dei tornei italici in questa stagione ha vinto Vicenza ed altri due tornei su terra battuta americana, Savannah e Sarasota. Arrivato in top 100 pochi mesi fa, è subito uscito dalla classifica che conta per limiti che ancora ha sui campi veloci. I Challenger su terra sembrano il suo habitat naturale. Del resto giocando solo su terra da Junior è diventato numero 2 del mondo. Il fisico c’è, la gambe sono esplosive e il suo Coach Eduardo Medica ha lavorato molto sul ragazzo per renderlo più consapevole dei suoi mezzi.

  • Jaume Munar, spagnolo, 21 anni, 75 ATP

Il coach Salva Vidal è felicissimo della stagione di Jaume Munar, che sarà anche lui come Garin e Opelka, uno di quelli che vedremo protagonisti negli Slam degli anni 20. Ha vinto Prostejov e Caltanissetta e può far bene già dalla prossima stagione. Deve provare ad entrare di più nel campo e ad essere ancora più aggressivo.

  • Pedro Sousa, portoghese, 30 anni, 105 ATP

Anche il portoghese di Lisboa ha vinto due Challenger in stagione, entrambi su terra battuta, una superficie su cui si trova bene, anche se è positivo anche sulle altre. E’ un tennista davvero difficile da affrontare, gioca piatto, colpisce bene da entrambi i lati e è un ottimo difensore. Non ha molti punti deboli ed è abituato a girare molti tornei e giocare tante partite. La top 100 è alla sua portata entro la primavera 2019.

Tra i giocatori che vedremo la prossima stagione e che vi consiglio di tenere d’occhio citerei anche lo sfortunato Jason Kubler, Hugo Humbert che ha appena vinto Andria, Lloyd Harris sudafricano, Michael Mmoh che diventerà presto un top ten, e anche il polacco Huckacz. Attenzione anche a Kecmanovic, Ruud, il futuro numero uno del mondo Felix Auger Aliassime, il francese Moutet e il tedesco Molleker.

 

Gli Azzurri

  • Thomas Fabbiano, 29 anni, 101 ATP

La stagione dell’azzurro di Grottaglie, è impreziosita dalla conquista del terzo turno di Wimbledon partendo dalle qualificazioni battuto solo da Tsitsipas ma è stata rinforzata dall’essere il miglior italiano in giro per i Challenger con la vittoria a Ningbo e ottimi piazzamenti. Il suo livello è questo, e come classifica può senza dubbio ritornare forse al suo best ranking alla posizione 70 ATP perché da qui ad Aprile non ha nulla da difendere.

  • Luca Vanni, 33 anni, 163 ATP

Il punto più alto è stata la vittoria a Samarkand, ma la stagione è stata comunque positiva rientrando in una posizione in classifica che gli garantisce l’entrata nei main draw di qualsiasi Challenger. Semifinale ad Orleans e a Segovia e la finale di Glasgow hanno segnato il suo ritorno ad un livello per lui consueto. Nulla praticamente da difendere per un po’, come Fabbiano può crescere ancora nel breve.

  • Lorenzo Sonego, 23 anni, 107 ATP

La migliore stagione per l’allievo di Gipo Arbino, che ha toccato il best ranking al numero 86 ATP e ha conquistato il prestigioso Challenger di Genova. Semifinale a Firenze e Bergamo e soprattutto qualificazione a 3 Slam su quattro (sebbene aiutato dalla fortuna e ripescato come LL in due). Dalla sua Lorenzo ha una carica agonistica incredibile, e un livello che riesce a tenere costante, come ha dimostrato in questa stagione. Ora si tratta di confermare anche nel 2019, magari aggiungendo qualche scalpo eccellente e qualche picco in alto.

Tra gli altri azzurri Lorenzi e Berrettini si sono distinti ma mentre il primo sembra ormai inesorabilmente a fine carriera, il secondo appare in rampa di lancio e per me raggiungerà la top 50 e la manterrà perché equilibrato e dotato, e seguito da Vincenzo Santopadre con l’ausilio di Umberto Rianna, due Coach fenomenali. Baldi e Quinzi hanno fatto miglioramenti graduali ma costanti e si stanno proponendo come outsider, Napolitano ha avuto un anno di stasi e Mager sembra riconquistato a certi livelli. Aspettiamo sempre Edoardo Eremin il cui talento è inestimabile e se starà bene fisicamente rientrerà ad altissimi livelli. Anche Donati e Caruso si sono distinti e lotteranno per provare ad entrare nella fatidica top 100. Insomma abbiamo così tanto talenti in orbita di lancio che si può tranquillamente affermare che il movimento azzurro maschile è di gran lunga il migliore degli ultimi 30 anni.

 

FUTURES

I 3 giocatori giovani che si sono messi più in evidenza nel circuito secondo me sono

  • Lucas Miedler, 22 anni, 212 ATP, best ranking 201

L’austriaco allenato dal guru Ronnie Leitgeb ha vinto in questa stagione ben 4 tornei Futures, proponendosi per un futuro da protagonista anche nei Challenger.

  • Dimitar Kuzmanov, bulgaro, 25 anni, 254 ATP, best ranking

Il bulgaro in questa stagione ha vinto ben 5 tornei e si è anche affacciato con profitto nei Challenger. La prossima stagione può essere quella della consacrazione

  • Karue Sell, brasiliano, 25 anni, 425 ATP, best ranking 371

Primo vero anno da professionista per il brasiliano che ha anteposto la carriera universitaria a quella prettamente sportiva. Cresciuto negli USA, Sell in questa stagione ha vinto 2 tornei e ha ben figurato in molti altri. Pronto a sbocciare nei Challenger

 

Alessandro Zijno

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