di Federico Desi
Uno dei punti più discussi oggi nel mondo del tennis è il settore corde\incordatore.
La figura al centro di tale settore è, appunto, l’incordatore che con la nascita di nuovi materiali, metodi di incordatura, schemi corde complessi e così via, si è dovuto evolvere da semplice artigiano che svolge meccanicamente il suo lavoro, ad esperta figura, competente e preparata. Ma è sempre cosi? Come fare a capire se siamo nelle “mani” della persona giusta?
Prima di tutto, un segnale di possibile (ma purtroppo non sempre sicura) competenza potrebbe essere la partecipazione, dell’incordatore in questione, a corsi e/o certificazioni.
In Italia esistono due grandi associazioni: Ersa ed Irsa. Esse formano, in maniera diversa ma egualmente valida, decine di incordatori l’anno.
Irsa nello specifico, associazione in capo alla quale sono Tutor per la Sicilia, offre una qualità di corsi estremamemente elevata e la possibilità, unica ed economicamente vantaggiosa, di svolgere il suo corso base, già completo ed interessante, direttamente nella regione d’appartenenza del candidato, evitando così eventuali lunghi viaggi ed ore di lavoro perse. Ma aver conseguito un attestato od una qualifica è già sinonimo di competenza? Purtroppo a volte (spero raramente) no! Ecco che a questo punto nasce la mia domanda: come fare a capire se il nostro incordatore è capace e competente, dunque un professionista?
Ecco alcuni piccoli, grandi consigli per i clienti/giocatori:
- Osservare i nodi: uno dei punti più importanti dell’incordatura, è il “nodo”, ed è fondamentale che ve ne siano 2 o 4 (non di più), che in questi NON ci sia “luce” , e che non siano MAI sovrapposti;
- osservare la racchetta appena ritirata controllando la presenza (si spera di no!) di “smile” orizzontali delle corde che provocano spiacevoli e premature perdite di tensione; in caso di corde sagomate (soprattutto), controllare possibili segni presenti, sotto forma di “tacche”, sulle corde verticali che siano stati provocati dallo “scivolamento” troppo irruento avvenuto durante l’istallazione delle corde orizzontali;
- meno importante degli altri, ma certamente sintomatico, ritirare la racchetta sgombra da possibili detriti di terra o altro, e possibilmente dentro una busta di protezione, testimonia una professionale attenzione nei dettagli, da parte dell’incordatore, fondamentale in un lavoro come questo.
Breve menzione va fatta anche per chi preferisce il “fai da te”, magari incordando in autonomia, con l’intento di contenere i costi o per semplice passione (che dovrebbe trovarsi alla base di ogni incordatore, o presunto tale!).
Ecco i consigli:
- a mio avviso fondamentale, la partecipazione ad un corso base per acquisire metodologie corrette che possano semplificare e migliorare la qualità della nostra incordatura;
- è sempre importante “sperimentare”, ma altrettanto indispensabile per l’incordatore è la costanza: talvolta è più redditizio imparare BENE un solo metodo di incordatura e svolgerlo correttamente, piuttosto che modificarlo di continuo;
- indispensabile curare sempre il dettaglio: fissaggio della racchetta sulla macchina, passaggi esterni della corda, nodi, ecc… il dettaglio è ciò che fa l’incordatura!
Tutto questo, e molto altro, aiuta ad innalzare il livello d’incordatura, a render merito a chi ha avuto umiltà e voglia di mettersi in gioco partecipando a corsi o, quanto meno, aggiornandosi online, ed, ultimo aspetto, ma in realtà il più importante, consente al giocatore di ottenere la migliore risposta in campo dal proprio attrezzo!
E tu, sei nelle giuste “mani”?