di Salvatore Rustici
Nell’articolo precedente abbiamo introdotto la descrizione delle principali abilità mentali, che se allenate costantemente portano, al miglioramento delle proprie performance sportive.
In questo articolo inizieremo a descrivere le attività immaginative ( Imagery), che sono considerate la pratica mentale per eccellenza ( mental practice ), ad esempio visualizzare un evento agonistico in cui abbiamo ottenuto un risultato eccellente o addirittura vinto, oppure in mancanza di un proprio risultato eccellente del passato, possiamo richiamare nella nostra mente anche i gesti e le prestazioni del nostro campione preferito, e in questo caso la pratica si chiama
( modeling).
Per ottenere dei buoni risultati relativi alla prestazione, le immagini devono essere vivide, ed aggiungerei tridimensionali e poli sensoriali, in cui tutti i dettagli devono essere ben focalizzati, come ad esempio i colori della divisa che si utilizza nella prestazione, la sensazione tattile e percettiva della temperatura sulla pelle, gli odori, i rumori, le emozioni, gli stati d’animo, il gusto, le paure,la rabbia, la gioia,etc.
Ripetere nel tempo questa importantissima pratica di Imagery, attenua l’ansia di prestazione e inserendo volutamente anche le problematiche che potrebbero presentarsi durante la competizione e immaginando la risoluzione a questi naturali imprevisti, andiamo ad attivare naturalmente il problem- solving.
La concentrazione, è la capacità di mantenere l’attenzione su un determinato compito per un tempo specifico senza essere disturbati da interferenze esterne.
L’attenzione, possiamo considerarla come uno zoom che regola la visione di un determinato contesto ampia o ristretta; ma oltre l’ampiezza di focalizzazione , l’attenzione può anche avere direzioni differenti, come ad esempio può avvenire internamente , quando prepariamo un azione motoria, o vogliamo volontariamente rilassarci, oppure vogliamo migliorare il nostro dialogo interno, incluse le visualizzazioni della prestazione migliore.
Oppure l’attenzione può avvenire esterna, nel caso della competizione in cui indirizziamo la nostra attenzione e ci concentriamo verso una determinata situazione da percepire, da analizzare o semplicemente da controllare.
Negli sport closed – skill ( sport chiusi, tipo nuoto, tuffi, etc.) il tipo di attenzione è ristretta-interna, mentre per gli sport open-skill ( sport aperti, con strategie, come il tennis il calcio, il pugilato, il Karate nella specialità di kumitè), il tipo di attenzione in questo caso è ampia-esterna.
Mentre in negli sport di squadra il tipo di attenzione si alterna.
Dobbiamo sempre ricordare che la concentrazione non può essere continua e non può essere protratta per lungo tempo, e la possiamo paragonare ad una torcia, che accendiamo solo quando serve la luce per vedere, ma poi va spenta per non consumare le batterie.
Grazie come sempre per l’attenzione
Vi aspetto al prossimo articolo