di Alessandro Perrone
E’ finito il quarto SLAM del 2018 con un verdetto unanime e inaspettato a inizio anno: Novak Djokovic e’ risorto e ha fatto suo il torneo per la terza volta, battendo in finale con il punteggio di 6-3 7-6(4) 6-3 Juan Martin del Potro.
Per il 31enne serbo è il quattordicesimo Slam vinto, il secondo di fila dopo Wimbledon. Il 29enne argentino rimane invece con un solo titolo del Grande Slam, quello degli Us Open del 2009 vinti contro Roger Federer.
Da lunedi’ il serbo arrivera’ ad essere il numero 3 del ranking, dietro allo spagnolo Rafa Nadal e l’elvetivo Roger Federer.
Seconda parte della stagione straordinaria per il serbo, con la vittoria a Wimbledon, alla Rogers Cup e infine agli US Open, oltre a vari piazzamenti negli altri tornei.
“L’amore delle persone che mi vogliono bene e mi hanno sempre sostenuto, in primis la mia famiglia, i miei figli e i componenti del mio team”, la dedica del campione serbo prima di ricevere la coppa del vincitore degli Us Open dalle mani di John McEnroe, 4 volte trionfatore a New York. “E’ qualcosa di speciale questo risultato, così come l’aver eguagliato Pete Sampras. Speravo fosse qui stasera, ma desidero dirgli che lo amo ed è uno dei miei idoli: mi auguro di incontrarlo presto, magari su un campo da tennis – spiega a fine gara il serbo – Ci tengo però a congratularmi con Juan Martin per quello che ha fatto in questi anni dopo i numerosi infortuni ai polsi e i suoi ritorni: aver avuto sempre la fiducia e la convinzione che un giorno sarebbe tornato ad essere un top player e a lottare per i titoli degli Slam è qualcosa di straordinario”. “Non è facile per me parlare in questo momento – replica l’argentino – Però posso dire di essere felice di essermi confrontato con uno dei miei idoli nel circuito, anche un amico. Dispiace aver perso questa finale, ma sono contento per Novak, una delle persone che più stimo e voglio veder vincere. Hai meritato questo successo. Ho avuto nel tempo tanti problemi al polso, tuttavia non ho mai mollato, proprio per cercare di essere di nuovo qui, l’esserci riuscito dopo nove anni è qualcosa che mi rende fiero”.
La stagione e’ ancora lunga, ma questo giocatore risorto puo’ ancora dire la sua, e magari riprendersi il trono del tennis mondiale, Rafa e Roger permettendo.