di Alessandro Perrone e Elena Montin
Giornata infinita di bel tennis all’All England Lawn Tennis and Croquet Club, oggi, sabato 14 luglio 2018. Ci sono voluti 10 set per conoscere i finalisti della manifestazione maschile su erba piu’ importante del panorama tennistico mondiale.
Di fronte c’erano nella prima semifinale il serbo Nole Djokivic conto il maiorchino numero 1 del mondo Rafa Nadal, mentre nella seconda semifinale si sono battuti il sudafricano Kevin Anderson contro il bombardiere americano John Isner.
CI sono voluti 158 games per poter avere il verdetto di queste semifinali: Colpi straordinati, serivi potenti, passanti stellari, in queste semifinali si e’ visto il Tennis con la T maiuscola.
Nella seconda semifinale il serbo ha sconfitto l’imbattibile Rafa Nadal, dopo una battaglia di 59 games, con il punteggio di 6-4 3-6 7-6 3-6 10-8 dopo una maratona di 5 ore e 15′ e spalmata su due giorni.
Nella prima ci sono voluti ben 99 games affinchè nella infinita lotta tra i due bombardieri fosse decretato il vincitore: Il sudafricano Anderson vince sull’Americano con il punteggio stellare di 7-6 6-7 6-7 6-4 26-24 dopo una battaglia di oltre 6 ore e mezzo di gioco,
Record di durata (sei ore e 36 minuti). Più lunga di Anderson-Isner, solo il match grottesco tra lo stesso Isner e il francese Nicolas Mahut al primo turno dell’edizione 2010, finito 70-68 al quinto set dopo 11 ore e 5’, spalmate lungo tre giorni.
Wimbledon e’ l’unico torneo del circuito dove non esiste il tie break al quinto set.
Nole raggiunge così una finale Slam dopo quasi due anni: era dagli US Open 2016 che l’ex numero 1 del mondo non conquistava questo traguardo. Nadal, che resta comunque in testa al ranking Atp, perde la prima semifinale a Wimbledon, la prima in assoluto dopo 16 vittorie consecutive nelle semifinali a livello Slam (!), il tutto sotto gli occhi delle Principesse Kate e Meghan.
Un match epico quello tra la testa di serie 11 e il numero 1, per intensità e per qualità di punti giocati: 73 vincenti per parte e 42 gratuiti per parte. Nadal ha messo in scena un bagaglio tecnico sterminato, producendo gioco, soluzioni vincenti, attacchi in controtempo e volée che ne denotano un talento
smisurato. Nole, pur prodigandosi in scambi vinti grazie a chirurgici rovesci lungolinea, ha prevalentemente contenuto, amministrato e quando capitava l’occasione dava la stoccata decisiva al maiorchino. Talento, forza mentale, forza fisica, tattica, questo e’ stato il match tra i due campioni.
Djokovic, protagonista di un match strepitoso al servizio, grazie ai 23 aces messi a segno, cercherà domenica contro Kevin Anderson il quarto successo a Wimbledon dopo quelli ottenuti nel 2011, 2014 e 2015 nella sua quinta finale a Londra (nel 2013 perse contro Murray). Per Nole sarà la 22esima finale Slam, con 12 trofei già conquistati.
Per il sudafricano si tratta invece della seconda finale di uno Slam dopo quella del 2017 degli US Open persa con Nadal. Djokovic è in vantaggio per 5-1 nel bilancio dei confronti diretti con Anderson, ed ha vinto proprio gli ultimi cinque, due proprio sui prati di Church Road: al secondo turno del 2011 (in tre set) e negli ottavi del 2015 (per 75 al quinto dopo aver rimontato uno svantaggio di due set a zero).
I due Giganti del tennis (sono tutti e due oltre i due metri di altezza), battitori eccelsi, dotati di una potenza unica nel colpo fondamentale sulla superfice erbosa, il servizio, esaltati anche dall’erba di Church Road e dalla leggenda del torneo più prestigioso del mondo, il sudafricano killer di Federer e l’americano hanno tenuto in ostaggio il centrale fino all’imbrunire, infrangendo – strada facendo – record a ripetizione (di ace Isner: 214 in questo torneo, battuto Ivanisevic, 53 oggi), e colpi alla velocitaà della luce. Finisce 26-24 al quinto, con i due pugili che si abbracciano a rete, consci dell’impresa che hanno fatto davanti ai tifosi del centrale. Un match che sicuramente è entrato di diritto nella leggenda del toeneo di Chirch Road.
Un po’ di curiosità? Eccole: Anderson ha impiegato 14 ore e 25 minuti per raggiungere la semifinale, 2 ore e 10 minuti in più di Isner (12 ore e 56 il tempo di Nadal e 10 ore e 19 minuti quello di Nole): Anderson sarà il più alto finalista di sempre a Wimbledon (2,03), il primo sudafricano in finale dai tempi di Kevin Curren (era il 1985 e a poco conta che fosse naturalizzato statunitense)
Attendiamo il verdetto del campo tra questi due grandi campioni.