Edoardo Eremin sceglie la Galimberti Tennis Academy per rilanciarsi


Da tanto tempo Edoardo Eremin, attualmente 470 ATP (best ranking 292), sognava di allenarsi agli ordini dell’ex Davisman azzurro Giorgio Galimberti, prestigioso coach che nel 2009 ha fondato la Galimberti Tennis Academy nella Repubblica del Titano e che oggi segue gli Under per conto della Federazione. Da altrettanto tempo “Galimba” sperava di trovare l’occasione, il tempo e il modo di gestire la crescita di questo nostro talento dalle potenzialità ancora inespresse. Per Edoardo ci sono enormi margini di miglioramento, su basi tecniche e atletiche già solide.
“Da qualche settimana mi alleno alla San Marino Academy di Galimberti” , ci racconta Edoardo, “ci conosciamo da tempo e ho un feeling pazzesco con lui, credo possa essere la scelta giusta. Dopo la fine del rapporto con Puci sono tornato ad allenarmi con mio papà Igor, come ai vecchi tempi. Del resto lui mi conosce meglio di tutti anche se è sempre difficile allenarsi con il proprio padre, in particolare alla mia età che non è più quella di un adolescente. Qui alla Academy c’è tutto: ottimi sparring, allenatori di primo livello e poi ci sono io che ho le motivazioni di chi vuole raggiungere il massimo. Mi sento convinto come poche altre volte. Girerò il circuito per una decina di settimane con Galimberti, e per il futuro è in programma una preparazione invernale importante qui a San Marino”.
E “Galimba” che dice? Lo abbiamo raggiunto telefonicamente: “Nel 2016 seguivo il gruppo Over 18 in alcune trasferte e con Eremin, Sonego e Mager abbiamo lavorato assieme per conto della Federazione a quei tempi. Si era instaurato un bel rapporto poi, per un motivo o per l’altro, non ci eravamo più incontrati professionalmente. A Marzo di quest’anno ci siamo sentiti, Dodo mi ha chiesto come ero organizzato e ho trovato uno spazio per lui di cui sono felicissimo, perché credo davvero tanto in questo ragazzo. Pur continuando a seguire gli under 20 per conto della FIT siamo riusciti a trovare un accordo per cui lo seguirò in una decina di tornei, e si allenerà qui a San Marino fino alla fine dell’anno. Il percorso è cominciato sotto i migliori auspici: Dodo si è già stabilito qui, in una delle stanze a disposizione dei giocatori, ha familiarizzato subito con i miei collaboratori, e ha trovato un ambiente che sente proficuo. Iniziamo a lavorare in un periodo non canonico, nel cuore della stagione, ma con lui ho un rapporto profondo e lo conosco a perfezione. Va bene così. Ho le idee molto chiare: siamo nel vivo dei tornei, dove cercheremo di mettere più fieno in cascina per quel che concerne i punti e ottimizzando il lavoro ai fini della performance immediata. Ogni tanto faremo dei break di preparazione per lavorare su alcuni aspetti, sia tecnici che tattici ed atletici. Ora serve la maggior brillantezza possibile. Dodo sta già facendo bene, si è qualificato sia a Lisbona che a Mestre, vincendo 6 partite su 8. L’unico merito che mi riconosco è quello di avergli messo a disposizione un ambiente positivo ed Edoardo è un ragazzo che ne ha bisogno. Per fare un esempio, Eremin ha già un rapporto molto bello con la mia compagna e mio figlio Pietro. Erano giorni che mio figlio ripeteva “quando viene Dodo, quando lo vediamo?”. Il bello di Edoardo è che sa davvero farsi amare. E anche Eremin atleta si nutre di queste cose.”
“Dovremo lavorare su alcuni aspetti ben chiari. Una discreta mobilità in mezzo al campo è un obiettivo primario, quindi una perdita di peso a favore dell’agilità. Saremo molto attenti anche alla tecnica del servizio, perché sulla potenza ci siamo già ma dobbiamo aumentare la percentuale di prime palle e la consistenza della battuta. Il colpo successivo al servizio, inoltre, è determinante per un giocatore come lui: con una buona mobilità dobbiamo arrivare bene sulla palla per colpirla con potenza e precisione. La sua palla corre mediamente di più rispetto a quella di altri giocatori, per cui siamo già un passo avanti da questo punto di vista. Sul piano tattico dobbiamo trovare ordine sulle scelte, a volte è necessario spingere, altre volte no. In realtà Dodo è abbastanza lucido sul piano tattico, perde però ordine quando fa fatica atleticamente, e torniamo al discorso di stare al massimo della condizione fisica per arrivare bene con gli appoggi. Per Edoardo sarà importante riuscire a fare vincenti sulle palle “facili”, quando l’avversario accorcia e si tratta di chiudere il punto, oltre ovviamente a fare tanti punti diretti col servizio e col secondo colpo. Col direttore della preparazione atletica, Luca Fiore, stiamo predisponendo un programma specifico per lui, supportati anche dai fratelli Ciotti, saltatori che hanno disputato i Giochi Olimpici e che collaborano fattivamente con noi: per un ragazzone come Dodo è molto importante smobilizzare la caviglia e lavorare sui piedi, e chi meglio di esperti saltatori come i fratelli Ciotti? Sono convinto che creare un contesto positivo per un ragazzo sensibile come Edoardo è davvero l’arma in più che, insieme alle competenze di ognuno, finisce per diventare un moltiplicatore di energie. Qui da noi c’è attenzione alla professionalità massima, ma non siamo schiavi del risultato, ci interessa la preparazione dei match all’interno di un gruppo di lavoro che abbia entusiasmo e positività. A Marbourg e Braunschweig, nel 2016, abbiamo trovato una chimica speciale. Stiamo bene insieme dentro e fuori dal campo.”

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