di Alessandro Perrone
Ci sono favole nel mondo del tennis che ci fanno sempre piu’ amare questo sport. E ieri e’ stato un giorno memorabile, con la semifinale raggiunta nel torneo olandese di Rotterda, mater 500 che si gioca sul veloce, l’uomo simbolo del tennis moderno, l’elvetico Roger Federer, ha raggiunto per l’ennesima volta, il tetto del mondo. E’ lui il numero uno, oltre che nei fatti, anche nei numeri.
Oggi e’ il suo giorno, in tutto il mondo parlano della sua impresa, possiamo essere “nadaliani” o “noleniani” ma dobbiamo toglierci il cappello davanti a questo “giocoliere” del tennis. Come lui nessuno in passato, adesso e anchein futuro.
A quasi 37 anni sta vivendo una seconda giovinezza, il talento non lo ha mai abbandonato, piccoli infortuni non hanno fermato questo immortale del tennis.
A fine match ha detto «E’ stata una cavalcata fantastica, tornare ad essere ancora n°1 significa davvero molto per me». Ha ringraziato il suo fantastico team, e soprattutto sua moglie e i suoi figli: questo e’ il suo segreto, la tranquillità in famiglia che gli ha dato la forza di poter continuare e porsi ancora degli obiettivi da raggiungere. Per chi ha vinto tutto è difficile trovare motivazioni per continuare, lui ce l’ha fatta, e i risultati si vedono: 3 slam su 5 (solo perchè siamo a inizio anno) negli ultimi due anni. E siamo solo all’inizio della stagione.
Ritorna numero 1 del seeding e diventa il numero uno più anziano di sempre: il record appartiene ad Andre Agassi (33 anni). Non era numero 1 dal 4 ottobre del 2012.
Un’impresa celebrata da una piccola cerimonia, al termine dell’incontro, con il direttore del torneo Richard Krajicek a consegnare al fenomeno svizzero un simbolico n°1 che riporta: “il più anziano di sempre”. Federer, nel ringraziare tutti, ha voluto rivolgere anche «una dedica all’amico Marco Chiudinelli», che qualche mese fa a Basilea ha lasciato il tennis professionistico. «Ho lottato per essere qui ed essere di nuovo n°1 è un sogno che si avvera. Adesso toccherà agli altri combattere per arrivarci, non riesco a crederci. Ci sono stati alti e bassi, ma ho lavorato duro per arrivare a questo punto – dice il 36enne arrivato al n°1 per la prima volta il 2 febbraio 2004, dopo aver battuto Safin in finale degli Australian Open -. Voglio ringraziare il mio team e mia moglie Mirka».
Ma andiamo per ordine.
L’elvetico di Basilea aveva deciso subito dopo il trionfo a Melbourne di partecipare all’appuntamento olandese – per la felicità del suo direttore ed amico Richard Kraijcek – per cercare di riprendersi il trono mondiale, sul quale è già stato seduto in carriera per complessive 302 settimane. Per tornare numero uno, scavalcando lo spagnolo Rafa Nadal (fermo almeno fino ad Acapulco per l’infortunio che lo ha costretto al ritiro nei quarti a Melbourne contro Cilic), il 36enne fuoriclasse di Basilea deve arrivare in semifinale: i due sono separati in classifica da appena 155 punti.
Gli organizzatori non ci hanno pensato due volte e lo hanno “ammesso” al torneo.
Per King Roger è la nona partecipazione a Rotterdam dove ha già conquistato il titolo nel 2012 e nel 2005.
Dopo le vittorie contro Bemelmans e Kohlschreiber, ha vinto anche contro l’amico di tanti allenamento a Dubai, il beniamino di casa Robin Haase, per 4-6 6-1 6-1 dopo un primo set nervoso, ma con un parziale finale di 12 game a 2 nei due set successivi.
Primo set perso nell’unico turno di servizio del torneo in cui ha concesso una palla break al suo avversario, si e’ visto molto nervoso, contratto, non riusciva a fare il suo gioco in scioltezza. Proprio la perdita del primo set lo ha risvegliato, ha cominciato a giocare a tutto braccio, a sbagliare di meno, e a mettere sotto pressione il suo avversario. Due partite in una, il primo set molto equilibrato, almeno nei turni di servizio dell’olandese, mentre un secondo e terzo set che sembrava vedre l’allievo contro il maestro in un’allenamento. L’olandese ha sentito la pressione dell’amico-rivale, forse anche il pubblico che tifava soprattutto per l’elvetico.
Sono le 21 esatte a Rotterdam quando Robin Haase commette doppio fallo e consegna l’incontro all’highlander del tennis.
Ma il torneo non e’ finito, oggi l’elvetico si gioca l’accesso in finale contro il nostro portacolori Seppi che si è guadagnato la sfida al campionissimo svizzero battendo ai quarti di finale, in tre set combattutissimi, il 22enne russo Daniil Medvedev: 7-6 4-6 6-3 il punteggio al termine di due ore e 5 minuti di battaglia e al quarto match point per l’azzurro.
Un grazie a Supertennis che ci ha permesso di vedere questo fantastico torneo.