Roger Federer: ‘La mia filosofia e’ giocare quando sono pronto’

Alla vigilia del suo debutto al torneo ATP 500 di Rotterdam che lo potrebbe riportare in vetta al mondo, Roger Federer ha toccato diversi argomenti in una interessante intervista concessa al quotidiano The Guardian. Di seguito vi riportiamo la traduzione integrale dell’articolo.


Questa settimana il 36enne svizzero sarà di scena a Rotterdam e, nel caso in cui vincesse tre partite (ne ha perse solo 6 su 29 qui) tornerebbe in vetta alla classifica mondiale, togliendo la corona dalla testa di Rafa Nadal, almeno per un breve periodo.

Contrariamente alle interpretazioni, in una remota parte della testa di Federer c’era fin da Novembre la consapevolezza che questo ATP 500 gli avrebbe potuto concedere la rara possibilità di tornare là dove è già stato per 302 settimane, in quella posizione da cui ha dominato il tennis più di chiunque altro nella storia. L’ultima volta in cui fu Re era il Novembre 2012, e Roger quattro mesi prima aveva battuto Murray nella finale di Wimbledon. Quello stesso avversario, alle prese con il recupero dall’intervento all’anca, questa settimana è scivolato fuori dai top 20.

Dall’altra parte della rete ora, nel primo turno di Rotterdam, Roger troverà il belga Ruben Bemelman. I due non si sono mai incontrati prima d’ora e probabilmente non lo faranno più. Il vincitore giocherà con Philipp Kohlschreiber o Karen Khachanov e, se lo svizzero raggiungesse i quarti di finale, potrebbe incontrare il connazionale Stan Wawrinka. Domenica sera, appena arrivato, Roger è andato direttamente sul campo di allenamento con il suo coach, Ivan Ljubicic, ed il suo preparatore Pierre Paganini. Nel 2005 Federer sconfisse Ljubicic proprio qui in finale. L’altro titolo arrivò nel 2012, quando batté Juan Martín del Potro. Nella sua ultima partecipazione, cinque anni fa, invece perse da Julian Benneteau ai quarti.

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Federer in conferenza stampa a Rotterdam

In una lunga e discorsiva intervista rilasciata lunedì al The Guardian ed al giornale olandese NRC Handelsblad, Federer ha rivelato cosa ci sia ancora da fare in una carriera che ha prodotto 20 vittorie Slam e come sia riuscito a controllare il proprio destino attraverso una meticolosa pianificazione, mescolata ad una attenta sperimentazione. Le priorità, però, sono la famiglia, la salute e la felicità. Roger è tra le persone più famose del globo, ma riesce ancora a scivolare dentro e fuori dai riflettori con facilità. “È sempre stato così da quando sono nati i miei figli. Mia moglie deve essere felice. I miei figli anche. Altrimenti tutto questo non avrebbe importanza.

Il peso della fama non si fa sentire? “Ho una vita molto impegnata ed eccitante. Incontro un sacco di gente. Quando non ne ho voglia, non vado a giocare tornei, per fortuna posso scegliere. Da dieci anni ormai ci sono smartphones che fanno foto e video. Può sembrare che la tua privacy venga violate ancora di più, ma va bene. Non credo che tutto ciò sia troppo e che non lo possa sopportare. A volte ci pensi due volte prima di uscire e dici ‘sono dello spirito giusto nel caso accada, o preferisco restarmene a casa?’ Io cerco di avere una vita normale, andare a passeggio, vedere i miei amici…”

“Non andrò a giocare tornei solo per vedere come mi sento”

Quindi, punterà alle prossime Olimpiadi? L’oro in singolare è una delle poche gemme che gli mancano. “Non è come con Rio [nel 2016], dove quello era davvero un obiettivo che mi ero posto”, ha detto Roger. “Se starò ancora giocando, bene. Ma non dico che di dover giocare ancora un’Olimpiade prima del ritiro. Se succederà, allora avrà senso partecipare, ma per ora è troppo lontano. Non so cosa succederà allora. Vedremo al momento, per ora non l’abbiamo ancora presa in considerazione. Quando sarà il momento giusto ne parleremo – e vediamo come starò quell’anno. Quand’è? 2020? È davvero lontano. Non c’è bisogno di parlarne ora. Perché no – sarebbe bello… ma non posso dirlo o negarlo con certezza.

Stuzzicante, come sempre.

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Federer al rientro in Svizzera dopo la vittoria di Melbourne

Oltre ad essere il più grande tennista di tutti i tempi (il GOAT) – come dice Rod Laver, la cui opinione in materia è assolutamente da tenere in considerazione – Federer ha un grande controllo del suo spazio e tempo, dentro e fuori dal campo, come nessun altro. È questo il segreto della longevità della sua carriera? Lui non la pensa così.

Si può sempre giocare di più se uno lo vuole. Oppure giocare meno. Spero solo che la gente non pensi che quello che io sto facendo a 36 anni si debba iniziare a fare a 25. Ho giocato tutti i tornei del circuito dal ’98-’99 fino al 2016. Finché non mi sono infortunato. Quando avevo 34 anni. L’anno scorso ho pianificato di giocare meno? No. Ho pianificato di saltare la stagione sulla terra? No. Di vincere tutti quei tornei? No. È tutto successo organicamente.”

Ho giocato tre Slam. Ne ho vinti due. Uno di quelli [Australia] mi ha quasi ucciso giocando tre partite al quinto set. Dopo mi sono fatto male. Non potevo giocare anche allora. La mia filosofia è di giocare quando mi sento pronto. Non andrò a disputare tornei solo per vedere come mi sento. Quello che ho fatto lo scorso anno – e quello che anche Rafa sta facendo – è giocare magari un po’ meno, e mostrare agli altri che lavorando o allenandosi di più – o prendendosi più tempo – si può migliorare il proprio potenziale e diventare un giocatore migliore o differente.

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Federer con “Norman”, il trofeo del suo 20° Slam

Diciamo che sto fuori sei mesi e lavoro solo sul mio serve-and-volley. Credo che sei mesi dopo mi sentirei un giocatore diverso, ma tutti hanno paura di farlo perché pensano ‘come sarà il mio ranking, come sarà questo, come sarà quello? E gli sponsor, i montepremi? Non guadagnerò. È difficile da dire. Meglio che non lo faccia, giusto?’ Io spero di aver tolto un po’ di queste paure, dimostrando che qualche volta è meglio prendersi del tempo. Questo sarebbe il mio desiderio: che gli altri giocatori leggessero qualcosa in questa scelta – non solo che lo facciano perché lo fanno anche i top players. Noi lo stiamo facendo perché siamo più vecchi ed abbiamo accumulato nel nostro corpo migliaia di partite. È per questo che lo dobbiamo fare.”

Giocherà il Roland Garros, che ha saltato l’anno scorso come tutta la stagione sul rosso? “Mi piacerebbe giocare tutto. Ma onestamente è impossibile… Quindi, devo iniziare a considerare di più le cose che mi aiutano nella vita con la mia famiglia. Questa è la priorità. Poi vengono il mio corpo e il mio tennis e tutto il resto. Come posso fare? Cos’è di troppo? Credo che, essendo qui ora e forse a Dubai, sulla terra dovrò giocare poco. O magari per niente. La precedenza sarà cercare di difendere i punti del mio Sunshine Double ad Indian Wells e Miami. Quindi, poi per la terra si vedrà, vedremo cosa succederà.”

Cosa succederà dopo? Come sanno bene li avversari quando incontrano Roger in campo, questo è il dilemma.


Fonte: http://www.theguardian.com

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