di Michele Franzese, Ryakos Center
L’epicondilite o gomito del Tennista è una patologia che colpisce i muscoli epicondiloidei o più comunemente gli estensori.
Tale Patologie si presenta nei Tennisti a causa di un Over-use , movimenti errati, impugnatura non idonea/corretta e/o a causa di una racchetta non idonea.
L’insorgenza di tale patologia è quasi sempre graduale. Raramente vi è un trauma che infiamma la regione dell’epicondilo del gomito.
Nelle Epicondilite l’errore più frequente è quello di non fermare subito le attività sportive poiché come detto precedentemente l’insorgenza è lenta e graduale.
Il tennista quindi pensando sia una cosa di poco conto/lieve continua le normali attività sportive anche perché con il movimento la sintomatologia dolorosa migliora o va via completamente per poi ricomparire a distanza di qualche ora dalla fine della prestazione sportiva.
Molto spesso nelle epicondilite vi è una disfunzione a carico anche di altre articolazioni come il capitello radiale, tricipite e bicipite brachiale, spalla e rachide cervicale.
Pertanto nella prima valutazione/diagnosi devono essere valutate tali strutture per consentire una guarigione veloce e senza recidive.
Come si diagnostica l’epicondilite?
La diagnosi è di tipo clinico e strumentale.
Esistono test medici di tipo palpatorio della regione infiammata oltre che test muscolari contro resistenza che fanno emergere dolore nella zona epicondiloidea.
Gli esami strumentali maggiormente eseguiti sono l’ ecografia, la radiografia e la risonanza magnetica.
Come si cura?
La cura dell’ epicondilite prevede nella prima fase acuta, che dura 7/10 giorni, applicazioni di ghiaccio per du/ tre volte al giorno per massimo venti minuti, farmaci antinfiammatori non steroidei( Fans), riposo funzionale, tutore notturno.
In questa fase possono essere eseguite terapie strumentali effettuate con modalità atermiche (senza calore) per migliore il dolore, l’infiammazione tendinea e rilassare i muscoli estensori del polso.
Come detto precedentemente se di base vi è un’infiammazione tendinea non devono essere tralasciate le strutture adiacenti il gomito.
Sarà premure del Fisioterapista/Osteopata individuare zone affette da tensioni eccessive o disfunzioni articolari.
Molto spesso un’epicondilite dipende da contratture del muscolo bicipite brachiale, del tricipite brachiale o dei muscoli scaleni.
Molto importante nella fase di riabilitazione risultano essere gli esercizi di tipo eccentrico dei muscoli estensori. Tali esercizi consento un ri-allungamento muscolo-tendineo e un rafforzamento oltre che favorire la riparazione della zona affetta da infiammazione.
La terapia strumentale di elezione in caso di Epicondilite prevede l’uso della Terapia ad Onde d’Urto.
Questo sistema usato sin dagli anni 90 nella cura delle calcolosi renali è utilizzato con successo in Fisioterapia in tutte le Patologie Tendinee sia i tipo inserzionale che non e con o senza calcificazioni.
Peculiarità delle onde d’urto è quella di dare un sollievo immediato dal dolore, migliorare l’infiammazione, rilassare e decontratturare i muscoli interessati da tensione eccessiva e soprattutto favorire un processo chiamato neoangiogenesi.
Tale fenomeno della neoangiogenesi prevede la formazione di nuovi vasi sanguigni nella zona di erogazione del trattamento. Pertanto si intuisce che questa è la migliore terapia in caso di Epicondilite.
I tempi di recupero sono molto soggettivi. Molto dipende dalla diagnosi e da quanto questa sia celere e precisa.
Nei casi più lievi la guarigione avviene in circa 30 giorni. Nei casi peggiori si dovrà attendere uno o due anni per la risoluzione di tale patologia.
Devono essere rispettate tutte le fasi di trattamento pena un ripresentarsi di tale patologia.
Dottor Michele Franzese, Laureato in Fisioterapia e terapia Occupazionale. Da oltre 30 anni svolge l’attività di Fisioterapista domiciliare e ambulatoriale, in campo ortopedico e neurologico. 10 anni fà ha inaugurato lo studio “Ryakos Center” che si occupa di Fisioterapia e Riabilitazione d’avanguardia.