Sarah Gronert, nata a Linnich il 6 luglio 1986, ha raggiunto il suo best ranking (164) nel 2012, ha conquistato nella sua carriera 9 titoli nel singolare (tutti ITF da 10mila o 25mila dollari). Ciò che molti non sanno e che lei non ha mai rivelato ufficialmente (rifiutandosi ostinatamente di rispondere) è che Sarah Gronert, che ha preso la prima racchetta in mano a 5 anni, ha anche partecipato a incontri con i maschietti. Nel 2006 la tedesca si opera rimuovendo i genitali maschili e opta, come ovvio che sia, per il circuito femminile. È facile capire quanto la sua vita personale e sportiva sia stata segnata in maniera indelebile.
In sostanza, però, le difficoltà emotive e psicologiche della futura tennista, oltre alle cure a cui si è sottoposta, hanno fatto sì che vi fosse un ritardo nello sviluppo dell’atleta della quale non si hanno nemmeno archivi riguardanti sua vita da “junior”; questo è un altro mistero che la ITF e la federazione tedesca hanno giustificato richiamando la legge sulla privacy. La tennista Sarah Gronert è atipica anche per questo: la sua vita sportiva inizia il 19 agosto 2007, alla bellezza di 21 anni, in un 10mila dollari in Belgio battendo la Tran, connazionale di origini vietnamite. Nel 2008 c’è l’ingresso nella classifica WTA facendo parlare per la prima volta di sé soprattutto in Germania per la finale raggiunta ad Amiens a marzo provenendo dalle qualificazioni. In quel momento è solo un’altra ragazza tedesca che sta provando a diventare una tennista professionista tanto che nei forum specializzati viene alquanto snobbata nonostante abbia appena battuto la 310 del mondo (Brozda).
A luglio 2008 però la svolta che cambierà il suo rapporto col mondo tennistico per sempre: “Die Welt” fa conoscere ad un pubblico più vasto la storia di Sarah, i suoi problemi di “gender” e conferma la voce per cui ad Alkmaar (Olanda) in un 10mila dollari una “non identificata” tennista russa si è congratulata con lei per il suo primo punto…ATP! schernendola apertamente e nutrendo dubbi sulla sua reale appartenenza al genere femminile.
Nei forum del tennis tedesco si apre la caccia alla colpevole, chi accusa Anastasia Poltoratskaya, tennista mai sbocciata definitivamente, chi la più famosa Marina Melnikova, attualmente numero 210 delle classifiche mondiali.
Quello però che è importante è che per Sarah si apre un capitolo nuovo: non solo deve saper fronteggiare le avversarie sul campo ma deve saper anche resistere alle pressioni psicologiche che la sua particolare situazione comporta e forse queste pressioni sono troppo forti per lei, tanto che annuncia di avere seri dubbi se proseguire o meno la carriera. Tantissimi appassionati di tennis le scrivono sul suo sito, ma oltre agli incoraggiamenti arrivano gli insulti e perfino proposte di matrimonio o incontri piccanti. Sarah chiude il sito e conclude il 2008 al numero 735 del ranking Wta.
Alla stampa mostra il certificato di nascita che la registra come “femmina” a Linnich e un certificato medico firmato dal Prof. Dott. Josef Neulen dell’università di Acquisgrana in cui l’esame endocrinologico conferma l’appartenenza al genere femminile provando così ad eliminare tutti i dubbi in tal senso.
Il 2009 però si apre con due grosse sorprese: la prima è sportiva e positiva, Sarah tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo vince due tornei di fila (Kaarst in Germania e un altro 10mila dollari a Raanana in Israele); la seconda purtroppo è negativa e ancora una volta le vengono rivolte accuse dalle avversarie. In questa occasione il primo ad accusarla è Tzoref Schlomo in quel momento coach di Julia Glushko, appena battuta 6-2 6-1 dalla tedesca nel torneo ITF in Israele. In quello stesso torneo la tedesca vince il doppio insieme a Keren Shlomo eppure per i successivi 6 anni non giocherà più nemmeno un torneo di doppio perché osteggiata, a suo dire, dalle colleghe. Colleghe che a più riprese l’accusano di “servire” come un maschio e che mettono in dubbio la regolarità della sua partecipazione ai tornei WTA.
A questo punto, col ranking di Sarah che sale fino al numero 300, anche gli addetti ai lavori si interrogano su dove potrà arrivare questa ragazza; qualcuno si sbilancia indicandola come futura top ten. A luglio del 2009 arriva per Sarah il primo titolo in un 25mila dollari a Darmstadt in Germania dimostrando di essere competitiva anche sulla terra rossa nonostante il gioco potente basato principalmente sul servizio, che aveva fatto pensare ad una tennista inadatta al mattone tritato. In quel torneo batte anche la nostra Camila Giorgi, allora diciassettenne. La Gronert chiude la stagione senza nuovi sussulti ma spingendosi fino alla posizione 269 del ranking.
Quali sono però le qualità tecniche di Sarah? Come gioca? Servizio bomba, diritto potente senza grande apertura (un colpo che può far male!), rovescio bimane da migliorare, ma, nonostante si sia parlato molto di lei, gli aspetti tecnico-tattici della ragazza sono ancora tutti da scoprire. Proprio per questo ad aprile 2010 andiamo a seguirla nel 25mila dollari di Civitavecchia e lì restiamo molto perplessi nel vederla sconfitta al secondo turno 4-6 1-6 da Federica Quercia che la fa impazzire col suo gioco difensivo fatto di pallonetti fastidiosi. Troviamo la tedesca assai fallosa e con evidenti problemi di spostamenti laterali e la vediamo tornare alla sua bmw parcheggiata nel piazzale del circolo con una tale depressione che ci viene spontaneo batterle il cinque e rincuorarla. Ci sorride e nei suoi occhi percepiamo una tristezza che va al di là della sconfitta subita.
Nel frattempo la tedesca non riesce a ad avere risultati tali da confermare le aspettative almeno da top 100 che qualcuno aveva pronosticato come facili. Insomma, tanto rumore per nulla? In effetti è proprio così, chiude il 2010 al numero 245 senza risultati di rilievo; a dicembre 2011 è 204 del mondo e in leggerissima crescita con due titoli vinti (Kaarst e Wrexam entrambi sul veloce) e uno scalpo prestigioso, quello di una giovanissima Muguruza (18enne).
A questo punto, salita un po’ di classifica, Sarah, su cui nel frattempo si sono spenti un po’ i riflettori mediatici tanto fastidiosi per il suo carattere, tenta la scalata a tornei più prestigiosi, giocando i 50mila e i 75mila dollari e provando le qualificazioni agli Australian Open del 2012 dove viene sconfitta al secondo turno dall’austriaca Meusburger ex 37 del mondo. E’ un momento della sua carriera in cui viene frenata da qualche infortunio ma tutto sommato un periodo felice della sua vita che infatti la porta al suo best ranking il 14 maggio 2012 col numero 164 della classifica mondiale, con due titoli (Sunderland e Woking entrambi 25mila sul veloce). In tutti gli slam viene fermata nelle qualificazioni ma è l’infortunio patito a Flushing Meadow nel primo turno contro la Tanasugarn a farla ripiombare nel baratro. Sorge in lei la sensazione di non farcela, come se ogni volta che si avvicinasse al traguardo ci fosse qualcosa di incontrollabile che la trattenesse, una sorta di maledizione. Dolori alla schiena, un infortunio al ginocchio, la classifica che crolla e l’umore altrettanto. Proprio nell’anno del suo best ranking la bella, grintosa e tutto sommato sfortunata Sarah deve dire basta. La ragazza accusata di avere vantaggi grazie ai quali sarebbe diventata la nuova star del tennis esce con le ossa rotte e la testa frastornata da menzogne e cattiverie gratuite.
Da quel momento ha provato una nuova doppia carriera: da una parte l’allenatrice di tennis (e dicono abbia una sensibilità unica con i bambini, che allena al Sg Zons a Dormagen tra Dusseldorf e Colonia) dall’altra quella di modella. Infatti la Gronert è una testimonial molto ricercata in Germania e se visitaste il suo profilo instagram (@sarahgronert) vi accorgereste della sua avvenenza e della capacità di “bucare il video” pur senza essere mai volgare.
Nonostante le buone prospettive però la tedesca, ora 31enne, sogna di tornare sul terreno di gioco (ci ha provato anche lo scorso anno con qualche torneo sul veloce senza grossi risultati) e chi l’ha vista allenarsi sostiene che potrebbe essere la volta buona. Non possiamo che farle i nostri migliori auguri.
Alessandro Zijno